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Prevenzione personalizzata in oncologia: una strada obbligata

A cura di Luciano De Fiore By 8 Febbraio 2023No Comments
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Comprensione, prevenzione, diagnosi, trattamento e qualità della vita: ecco le aree di azione su cui insistere per contrastare le malattie oncologiche nel prossimo futuro, così come già indicava lo European Beating Cancer Plan (EBCP) pubblicato nel febbraio di due anni fa. Purtroppo, si danno ancora grandi disuguaglianze nello stato di salute e nell’aspettativa di vita all’interno dei Paesi dell’OCSE, disuguaglianze legate a più fattori, tra cui le differenze nell’esposizione ai fattori di rischio e nell’accesso all’assistenza sanitaria.

Secondo un recente editoriale di Walter Ricciardi e Stefania Boccia Pubblicato sull’European Journal of Public Health, tra un terzo e la metà dei casi di cancro potrebbe però essere prevenuto se quel che ormai sappiamo sui fattori di rischio fosse tradotto in azioni efficaci di salute pubblica, dedicando investimenti specifici nella prevenzione. È urgente intervenire, anche perché i casi di tumore in Europa non solo si confermano al secondo posto come causa di morte, ma si prevede un loro rapido aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione, degli stili di vita occidentali non propriamente salutari, di determinanti sanitari e di condizioni ambientali e lavorative sfavorevoli, a meno che non vengano appunto adottate misure urgenti. Anche se – notano gli autori – maggiori investimenti in prevenzione non si traducono automaticamente in miglioramenti. Appare più urgente innovare l’attuale modello stesso di prevenzione: gli ultimi dati disponibili dimostrano che non esiste una relazione lineare tra gli investimenti in cure preventive come quota della spesa sanitaria e gli anni di vita in buona salute alla nascita. Ad esempio, Estonia e Finlandia spendono in prevenzione più della spesa media dell’UE per l’assistenza sanitaria, ma registrano la peggiore speranza di vita in buona salute alla nascita.

Una strada sembra essere quella della prevenzione personalizzata che promette di aumentare l’efficacia e l’efficienza degli interventi preventivi grazie all’adozione di azioni mirate in grado di combinare le informazioni biologiche (ad esempio, genetica e altri biomarcatori, dati demografici, condizioni di salute) con le caratteristiche ambientali e comportamentali e il contesto socioeconomico e culturale delle persone, studiati con sempre maggior cura. In ambito oncologico, le previsioni di rischio basate sull’età e sul sesso restano utili, in quanto entrambi fortemente associati al rischio.

In ambito di prevenzione primaria del cancro, dove gli stili di vita non salutari hanno un impatto maggiore in termini di morbilità evitabile, le evidenze suggeriscono di valutare il ruolo potenziale dei punteggi poligenici di rischio come misura del contributo genetico al rischio di sviluppare il cancro, da utilizzare indipendentemente, o come parte dei modelli predittivi di rischio, per innescare cambiamenti nello stile di vita, indirizzando gli sforzi educativi personalizzati. Gli autori fanno anche notare che lo stesso vale per la prevenzione secondaria: è stato dimostrato che l’uso del PRS ha un buon potere predittivo nell’identificare le donne a più alto e più basso rischio di tumore mammario e potrebbe essere usato per migliorare i programmi di screening mammografico. Gli approcci di screening per il tumore al seno con stratificazione del rischio sono in fase di studio e nei prossimi anni dovremmo disporre di nuovi risultati.

In sostanza, diviene davvero urgente identificare le priorità e le azioni che possono aiutare a garantire che tutti abbiano l’opportunità di giovarsi dei benefici di salute garantiti dai progressi nella prevenzione personalizzata del cancro, coinvolgendo ricercatori, operatori sanitari, pazienti e cittadini e responsabili politici, pianificando adeguatamente la traduzione pratica dei risultati della ricerca.

Fonte: Boccia S, Ricciardi W. Personalized prevention in oncology: integrating the current approaches for the benefit of population health. https://doi.org/10.1093/eurpub/ckac163