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Pazienti oncologici, fumo e rischio cardiovascolare

A cura di Luciano De Fiore By 31 Maggio 2023No Comments
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Oggi, 31 maggio, è la Giornata mondiale senza tabacco, istituita dall’Oms. E proprio in questa occasione ecco i risultati di un ampio studio sui pazienti affetti da cancro che continuano a fumare dopo la diagnosi. Ebbene, questi pazienti incorrono in un rischio quasi doppio di infarto, ictus o morte per malattie cardiovascolari rispetto ai non fumatori, secondo una ricerca pubblicata sullo European Heart Journal, rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC).

Lo studio coreano ha incluso 309.095 sopravvissuti al cancro che non avevano mai avuto un infarto miocardico o un ictus. L’età media era di 59 anni e il 52% erano donne. I partecipanti sono stati sottoposti a visite mediche sia prima che dopo la diagnosi di tumore, durante le quali è stata valutata l’abitudine al fumo tramite un questionario. I pazienti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al cambiamento dell’abitudine al fumo dopo la diagnosi di cancro: (1) non fumatori costanti, (2) che hanno smesso di fumare, (3) iniziali/recidivi e (4) fumatori costanti. Dei 309.095 sopravvissuti al cancro, 250.102 (80,9%) hanno continuato a non fumare, 31.121 (10,1%) hanno smesso di fumare, 4.777 (1,5%) hanno iniziato o ricominciato a fumare e 23.095 (7,5%) hanno continuato a fumare dopo la diagnosi di cancro. La percentuale di fumatori iniziali/recidivi e di fumatori continuativi è risultata più alta tra i sopravvissuti a tumori del tratto urinario e più bassa tra i sopravvissuti al cancro al seno.

I ricercatori hanno valutato il rischio di eventi cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus o morte per malattie cardiovascolari) per ciascun gruppo mediamente per 5,5 anni. Le analisi sono state aggiustate per le caratteristiche che potrebbero influenzare l’associazione tra fumo ed eventi cardiovascolari, tra cui età, sesso, reddito familiare, zona di residenza, assunzione di alcol, attività fisica, indice di massa corporea, pressione sanguigna, glicemia, livello di colesterolo, eventuali comorbilità, farmaci assunti, il tipo di tumore e terapie antitumorali. Rispetto ai non fumatori convinti, il rischio di eventi cardiovascolari durante il follow-up è risultato superiore dell’86%, del 51% e del 20% rispettivamente tra i fumatori continuativi, gli iniziali/recidivi e i fumatori che hanno smesso. I risultati sono stati coerenti sia per donne e uomini, sia quando il rischio di infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare sono stati analizzati separatamente. I benefici dello smettere di fumare si sono dimostrati ancor più evidenti rispetto al continuare a fumare. Tra chi fumava prima della diagnosi di cancro, il 57% ha smesso dopo aver scoperto di avere il cancro. La cessazione del fumo è associata a una riduzione del 36% del rischio di eventi cardiovascolari rispetto al continuare a fumare.

Tra chi ha continuato a fumare, uno su 5 ha ridotto il consumo giornaliero di tabacco di almeno il 50% dopo la diagnosi di cancro. I pazienti che hanno continuato a fumare, ma hanno fumato di meno dopo aver saputo di avere un cancro, hanno avuto lo stesso rischio di eventi cardiovascolari di quelli che hanno continuato a fumare senza alcuna riduzione. Secondo l’autore dello studio, Hyeok-Hee Lee (Yonsei University College of Medicine di Seoul, Corea), «alcuni individui possono trovare conforto nel riuscire a ridurre il fumo senza smettere del tutto. Tuttavia, i nostri risultati indicano che fumare meno non dovrebbe essere l’obiettivo principale e che i fumatori dovrebbero smettere del tutto per ottenere i benefici dell’abbandono totale dell’abitudine».

Tra coloro che non fumavano prima della diagnosi di cancro, il 2% ha iniziato o ripreso a fumare dopo aver scoperto di avere il cancro. L’inizio o la ricaduta nel fumo sono stati associati a un aumento del 51% del rischio di malattie cardiovascolari rispetto al non fumare per lungo tempo. Pur non fornendo prove conclusive sulle cause alla base dell’iniziare o del ricadere a fumare, lo studio indica che alcuni sopravvissuti al cancro potrebbero aver perso la motivazione a condurre uno stile di vita sano dopo la guarigione, mentre altri potrebbero ricorrere alle sigarette per affrontare lo stress della diagnosi. Si tratta però di ipotesi e sono necessarie ulteriori ricerche per determinare i fattori associati all’inizio o alla ricaduta nel fumo nei sopravvissuti al cancro.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 2020 erano più di 50,5 milioni i sopravvissuti al cancro in tutto il mondo. Lo stesso Lee ha dichiarato: «Una diagnosi di cancro è un evento estremamente stressante, che spesso induce cambiamenti significativi nello stile di vita di una persona. Il fumo, in particolare, è un comportamento legato alla salute che può essere fortemente influenzato dal disagio psicologico. Tuttavia, si sapeva ancora poco della relazione tra i cambiamenti nell’abitudine al fumo dopo una diagnosi di cancro e il rischio di malattie cardiovascolari, principale causa di morte non legata al cancro tra chi sopravvive alla malattia».

Fonte: Lee HH, Lee H, Bhatt DL, et al. Smoking habit change after cancer diagnosis: Effect on cardiovascular risk. Eur Heart J. 2023. doi:10.1093/eurheartj/ehad199.