
Le infezioni orofaringee da Candida sono un effetto collaterale doloroso e debilitante di radioterapia e chemioterapia nei pazienti oncologici. L’aumentato rischio di sviluppare infezioni fungine delle mucose orali è correlato direttamente ai danni letali e subletali a carico dei tessuti orali e indirettamente all’abbassamento del sistema immunitario, della mielosoppressione e della perdita dei costituenti salivari. Quali sono le dimensioni del problema? Si stima che il 39,1% dei pazienti oncologici in trattamento e il 36,2 32.6% di quelli in post-trattamento presentino infezioni fungine del cavo orale. Questo può avere un impatto molto negativo sulla qualità di vita del paziente, con potenziale diminuzione della tolleranza alle terapie antineoplastiche, che quindi rischiano di essere rinviate o interrotte, con potenziale impatto negativo sull’esito delle terapie durante la fase di cura e sulla prognosi della patologia neoplastica.
I farmaci sistemici sono più utilizzati rispetto ai trattamenti topici, ma presentano elevati rischi: tossicità sistemica, interferenza farmacologica, selezione di specie fungine resistenti agli azoli. Quali requisiti dovrebbe avere un farmaco antifungineo ideale? Dimostrata efficacia clinica su Candida, con ampio spettro di azione (ceppi “albicans” e “non albicans”); copertura farmacologica continuativa; monosomministrazione giornaliera; ridotte interazioni farmacologiche; ridotto rischio di insorgenza di resistenze; elevata concentrazione salivare. Le formulazioni topiche in uso (nistatina sospensione orale, miconazolo gel orale) hanno invece diverse limitazioni: la necessità di plurime assunzioni giornaliere riduce la compliance al trattamento; la difficoltà di utilizzo in pazienti con ulcere orali.
Per questi motivi miconazolo in compresse buccali mucoadesive rappresenta l’opzione terapeutica di scelta nella candidosi oro-faringea del paziente immunodepresso. Questo prodotto infatti fornisce un rilascio locale costante di miconazolo: la compressa è applicata sulla fossa canina, rilascia miconazolo nel cavo orofaringeo e si dissolve lentamente. Infatti secondo RCP dopo l’applicazione di una singola compressa da 50 mg , le concentrazioni salivari di miconazolo superiori a 1 μg/mL (limite superiore del valore di MIC per ceppi di C. albicans) vengono raggiunte entro 1 ora con una durata media di 13 ore. La metodologia di somministrazione permette inoltre una maggiore compliance e di conseguenza una maggiore probabilità di effetto terapeutico. Miconazolo in compresse buccali mucoadesive può rappresentare quindi una terapia di prima linea per efficacia sicurezza e compliance.
Diversi trial hanno dimostrato efficacia e sicurezza di miconazolo in compresse buccali mucoadesive. Già nel 2004 uno studio monocentrico, randomizzato, in aperto, crossover a 3 bracci, di fase I su 18 volontari sani trattati con una applicazione di miconazolo in compresse buccali mucoadesive 50 mg ha dimostrato come la formulazione in compresse bioadesive consenta concentrazioni salivari più elevate di miconazolo, e un’esposizione più lunga al di sopra delle concentrazioni di soglia rispetto al gel orale, nonostante una somministrazione con un dosaggio inferiore. Concentrazioni di miconazolo salivari sostenute, come osservato in questo studio, sono fondamentali per ottenere un’efficacia ottimale e per limitare l’insorgenza di resistenza
Nel 2011 Rajesh V. Lalla e René-Jean Bensadoun del Department of Oral Health and Diagnostic Sciences dell’University of Connecticut Health Center hanno evidenziato i vantaggi di miconazolo in compresse buccali mucoadesive rispetto alle altre formulazioni topiche disponibili: la maggiore compliance, l’aumentato tempo di contatto con la mucosa orale che aumenta l’efficacia del farmaco, l’assenza di zuccheri nella formulazione, la possibilità di utilizzo in pazienti con ulcere orali e secchezza delle fauci. Di grande importanza sempre nel 2011 CANDIDOSCOPE, studio multicentrico, osservazionale, longitudinale, prospettico e farmaco-epidemiologico su 2042 pazienti oncologici trattati con chemioterapia e/o radioterapia per valutare la prevalenza della candidosi orofaringea e descriverne la gestione terapeutica nella pratica clinica quotidiana. Le percentuali di pazienti che hanno ritenuto il trattamento ‘efficace’ o ‘molto efficace’ sono risultate significativamente superiori per miconazolo in compresse buccali mucoadesive rispetto a nistatina sciacqui orali. La compliance è risultata significativamente superiore per miconazolo in compresse buccali mucoadesive in rapporto al fatto che nistatina necessita di 4 somministrazioni quotidiane.
Nelle linee guida 2016 per la gestione della candidosi della Infectious Society of America, stilate da un team di ricercatori coordinato da Peter G. Pappas dell’University of Alabama at Birmingham è presente una forte raccomandazione, con qualità delle evidenze alta, per l’applicazione di miconazolo 50 mg compresse buccali muco-adesive nella fossa canina per 7-14 giorni in caso di candidosi orofaringea lieve.
Concludendo, le compresse buccali muco-adesive di miconazolo hanno indicazione nel trattamento della candida orofaringea (OPC) in pazienti immunodepressi. Esse sono efficaci nel trattamento della candidosi oro-faringea, rappresentano una terapia efficace e sicura, dando la possibilità di completare il trattamento radio e/o chemioterapico, minimizzando al contempo il rischio di possibili interazioni.
BIBLIOGRAFIA
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Daktarin 20 mg/g gel orale
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