
La disponibilità della combinazione atezolizumab e bevacizumab apre una nuova prospettiva nel trattamento sistemico del paziente con epatocarcinoma. La combinazione rappresenta ormai il nuovo standard of care avendo dimostrato di essere superiore sia al sorafenib che al lenvatinib in termini di sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da malattia e mantenimento della qualità della vita.
Franco Trevisani (Direttore UO Semeiotica Medica – Dipartimento dell’apparato digerente, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna) illustra il valore e il beneficio clinico della combinazione, discutendone gli aspetti rilevanti alla luce della più recente letteratura scientifica.
Gianluca Masi (Direttore UO Oncologia Medica 2, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana) si sofferma invece sul vantaggio in termini di qualità di vita rappresentato in particolare dalla riduzione del deterioramento di alcuni parametri importanti per i pazienti con epatocarcinoma: anoressia, fatigue, diarrea e dolore. Masi sottolinea anche la novità rappresentata dalla rimborsabilità di atezolizumab anche in prima linea nel tumore del polmone non microcitoma in monoterapia nei pazienti con elevata espressione di PD-L1.