
È possibile “travestire” le cellule dendritiche da cellule tumorali, così da attirare quest’ultime nella “trappola” dell’immunoterapia? È questa l’idea alla base di uno studio realizzato dalla Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL), pubblicato sulla rivista Nature Methods. I ricercatori svizzeri hanno sviluppato dei recettori artificiali che rendono le cellule dendritiche capaci di individuare e attirare le cellule tumorali. Secondo gli autori, questa tecnologia potrebbe portare allo sviluppo di trattamenti immunoterapici più selettivi ed efficaci.
Solitamente, infatti, gli antigeni tumorali inseriti nei vaccini con cellule dendritiche vengono estratti da tessuti tumorali ingegnerizzati in laboratorio e quindi non esattamente identici a quelli dei pazienti real life. Di conseguenza, i trattamenti basati su questo meccanismo producono spesso una risposta clinica parziale. Per superare questa limitazione, i ricercatori dell’EPFL hanno sviluppato dei recettori artificiali denominati EVIR (Extracellular Vesicle-Internalizing Receptors). Questi vengono inseriti nelle cellule dendritiche estratte dal paziente, rendendo quest’ultime – una volta reintrodotte nel corpo – in grado di attirare gli esosomi prodotti dalla neoplasia, contenenti i relativi antigeni tumorali. In questo modo, le cellule dendritiche diventano capaci di segnalare al sistema immunitario la presenza della neoplasia specifica del soggetto in questione.
“Lo abbiamo definito un travestimento – ha spiegato Michele De Palma, responsabile della ricerca ‒, perché le cellule dendritiche acquisiscono gli antigeni immunogenici direttamente dal tumore, per poi esporli sulla propria superficie”. Attraverso tecniche di imaging, il team della EPFL è riuscito a dimostrare proprio questo fenomeno: la presenza dei recettori EVIR ha prodotto un trasferimento degli antigeni tumorali dagli esosomi alla membrana esterna delle cellule dendritiche. I ricercatori sperano quindi che questa nuova tecnologia possa migliorare l’efficacia dei trattamenti immunoterapici. “Gli EVIR sfruttano un fenomeno naturale, il rilascio di esosomi da parte del tumore, a beneficio del paziente”, ha sottolineato Mario Leonardo Squadrito, prima firma della ricerca. “Questi vengono utilizzati come nanotrasportatori selettivi degli antigeni, rendendo il sistema immunitario capace di individuare e combattere il tumore”.
Fabio Ambrosino
▼ Squadrito ML, Cianciaruso C, Hansen SK, De Palma M. EVIR: chimeric receptors that enhance dendritic cell cross-dressing with tumor antigens. Nature Methods 2018; DOI: 10.1038/nmeth.4579.