
La vitamina C ad alto dosaggio somministrata in combinazione con la chemioterapia avrebbe un impatto molto positivo sugli outcome clinici e sul controllo degli effetti collaterali. Lo sostengono i dati di uno studio di Fase I pubblicati dalla rivista Cancer Cell che rinfocola il dibattito sull’utilizzo terapeutico dell’acido ascorbico, che risale agli studi degli anni ’70 e ’80 di Linus Pauling e del suo team.
La somministrazione a cui si fa riferimento avviene per endovena: data l’emivita di sole 2 ore dell’acido ascorbico, si usano dosi più elevate di 800-1000 volte della dose giornaliera consigliata di vitamina C. I ricercatori dell’University of Iowa coordinati da Garry Buettner hanno selezionato 11 pazienti affetti da tumori cerebrali avviati a chemioterapia e radioterapia e hanno loro somministrato 3 infusioni a settimana di vitamina C per 2 mesi e 2 infusioni a settimana per 7 mesi. Ogni infusione ha dimostrato di elevare i livelli sierici di vitamina C dei pazienti fino a 20.000 micromoli (μM), mentre il livello medio di un adulto è circa 70 μM. Ciononostante il trattamento è stato ben tollerato, e gli effetti indesiderati si sono limitati a pochi casi di secchezza delle fauci e rari episodi ipertensivi. Per il momento i dati dello studio di Fase I mostrano un aumento della sopravvivenza media nei pazienti con glioblastoma trattati con chemioterapia+vitamina C (18-22 mesi vs. 14-16 mesi) rispetto ai pazienti trattati con la sola chemioterapia. Nella fase II i ricercatori dell’University of Iowa intendono trattare con vitamina C un gruppo di pazienti con carcinoma polmonare di fase IV.
Qual è il meccanismo d’azione dell’acido ascorbico nel trattamento oncologico? La chiave è nel metabolismo delle cellule tumorali, nelle quali i mitocondri scatenano massicce reazioni di ossidoriduzione (redox) del ferro: l’acido ascorbico interviene in queste reazioni formando perossido d’idrogeno e radicali liberi derivati. Questi ultimi danneggiano il DNA delle cellule tumorali uccidendole o rendendole più vulnerabili all’azione di chemioterapia o radioterapia. Spiega Buettner: “I dati sottolineano una fragilità metabolica delle cellule tumorali che è basata sulla loro sintesi di agenti ossidanti. La vitamina C ci consente di utilizzare questa fragilità in chiave terapeutica”.
Aggiunge Douglas Spitz, un altro dei ricercatori dell’University of Iowa: “Abbiamo confermato in maniera convincente che l’aumento di ioni metallici redox tipico del metabolismo delle cellule tumorali è responsabile di una diversa sensibilità a dosi elevate di vitamina C che occorre sfruttare a fini terapeutici”.
David Frati
▼ Schoenfeld JD, Sibenaller ZA, Mapuskar KA, Wagner BA, Cramer-Morales KL, Furqan M, Sandhu S, Carlisle TL, Smith MC, Abu Hejleh T, Berg DJ, Zhang J, Keech J, Parekh KR, Bhatia S, Monga V, Bodeker KL, Ahmann L, Vollstedt S, Brown H, Shanahan Kauffman EP, Schall ME, Hohl RJ, Clamon GH, Greenlee JD, Howard MA, Shultz MK, Smith BJ, Riley DP, Domann FE, Cullen JJ, Buettner GR, Buatti JM, Spitz DR, Allen BG. O2⋅- and H2O2-Mediated Disruption of Fe Metabolism Causes the Differential Susceptibility of NSCLC and GBM Cancer Cells to Pharmacological Ascorbate. Cancer Cell 2017;31(4):487-500.e8 doi: 10.1016/j.ccell.2017.02.018