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Tumori neuroendocrini, CLARINET cambia le carte in tavola

By 18 Settembre 2014No Comments
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Finora gli effetti antiproliferativi degli analoghi della somatostatina nei tumori neuroendocrini (NET) avanzati erano stati dimostrati in vitro, in studi retrospettivi o prospettici non controllati e in un unico trial randomizzato su 85 pazienti, lo studio PROMID (Placebo-Controlled, Double-Blind, Prospective, Randomized Study on the Effect of Octreotide LAR in the Control of Tumor Growth in Patients with Metastatic Neuroendocrine Midgut Tumors). Sebbene PROMID abbia dimostrato che la terapia con octreotide a rilascio prolungato ritardi significativamente la progressione tumorale rispetto a placebo nei pazienti con tumori del midgut, lo studio riguardava un insieme limitato di pazienti (solo quelli con tumori primari del midgut ben differenziati o tumori neuroendocrini con sito primario sconosciuto, con Ki67 ≤2% e in tre quarti dei casi con coinvolgimento epatico ≤10%, senza contare che in quasi il 40% dei casi si trattava di tumori funzionanti).

Invece per lo studio randomizzato in doppio cieco placebo-controllato a gruppi paralleli di fase 3 CLARINET (Controlled study of Lanreotide Antiproliferative Response in NET) sono stati reclutati pazienti con NET sia d’origine pancreatica che gastrointestinale: nel 45% dei casi si trattava di NET pancreatici primari, un importante sottogruppo non incluso nello studio PROMID. Sono stati inclusi tumori sia moderatamente differenziati che ben differenziati e un terzo dei pazienti avevano un coinvolgimento epatico >25% con Ki67 <10%. Tra giugno 2006 e aprile 2013, 204 pazienti di 48 Centri di 14 Paesi sono stati randomizzati a lanreotide autogel 120mg o a placebo somministrati mediante iniezione sottocutanea ogni 28 giorni, per un massimo di 24 dosi. Endpoint primario era la progression-free survival (PFS) a 96 settimane; tra gli endpoint secondari la sopravvivenza in generale, la qualità di vita, i livelli di cromogranina A. Si è registrata progressione tumorale in 58 pazienti del gruppo placebo contro 30 del gruppo trattato con lanreotide. A 24 mesi i tassi di PFS erano 65,1% (95% CI, da 54 a 74,1) nel gruppo lanreotide e 33% (95% CI, da 23 a 43,3) nel gruppo placebo. Sulla base dell’hazard ratio per l’endpoint primario (0,47; 95% CI, da 0,30 a 0,73) il rischio di progressione tumorale o decesso a 96 settimane è risultato ridotto del 53% nel gruppo lanreotide rispetto al gruppo placebo. CLARINET ha quindi dimostrato gli effetti antiproliferativi della terapia a base di lanreotide autogel 120mg in un vasto gruppo di pazienti con NET. Lanreotide è il primo analogo della somatostatina che dimostra di poter ritardare la progressione tumorale anche nei GEP-NET e quindi si candida a diventare il trattamento d’elezione nei pazienti con GEP-NET localmente avanzati non resecabili. INTERVISTA VIDEO a Filippo Guglielmo Maria De Braud, Primario della Divisione Oncologia Medica Tumori Solidi e Nuovi Farmaci della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

INTERVISTA VIDEO a Anna Maria Colao, Professoressa di Endocrinologia presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli

▼ Caplin ME, Pavel M, Ćwikła JB, Phan AT, Raderer M, Sedláčková E, Cadiot G, Wolin EM, Capdevila J, Wall L, Rindi G, Langley A, Martinez S, Blumberg J, Ruszniewski P for the CLARINET Investigators. Lanreotide in Metastatic Enteropancreatic Neuroendocrine Tumors. N Engl J Med 2014;371:224-33 DOI: 10.1056/NEJMoa1316158