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Tumore da acque reflue

By 3 Marzo 2011No Comments
News

Uno studio del Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO) evidenzia una correlazione significativa tra residenza nelle prossimità dell’impianto di depurazione di acque reflue e insorgenza di tumore del polmone. Lo studio – in corso di pubblicazione sulla rivista Tumori – è stato condotto alla luce dei dati raccolti in passato sulla qualità dell’aria che si respira in prossimità dell’impianto (questi impianti sono fonte di sostanze inquinanti probabili cancerogeni per l’uomo quali benzo(a)antracene, il dietilsolfato, il tetracloroetilene) e sull’incidenza di tumore nella popolazione pratese. Uno studio geografico, condotto nell’area di Prato, aveva evidenziato un progressivo incremento di rischio, statisticamente significativo, per tumore del polmone, sia in termini di mortalità che di incidenza, nella popolazione di sesso maschile residente a Prato al diminuire della distanza della residenza dei soggetti in studio dall’impianto.
“Al fine di approfondire i risultati emersi dallo studio geografico e quindi il ruolo svolto dall’eventuale esposizione residenziale nelle vicinanze dell’impianto, abbiamo effettuato uno studio etiologico di tipo caso controllo sul tumore polmonare nella popolazione maschile di Prato”, spiegano gli autori del CSPO.

Dal Registro Tumori Toscano sono stati presi in esame i casi di tumore del polmone registrati tra il 1987 e il 1990 nella popolazione maschile residente nel comune di Prato negli anni 80-90. Quindi &egrave stato studiata la relazione tra casi diagnosticati e la distanza del luogo di residenza dall’impianto. Informazioni sul fumo attivo e passivo e sul livello d’istruzione dei soggetti in studio sono raccolte attraverso un questionario postale.

I risultati hanno confermato quanto emerso nello studio geografico: nella popolazione residente in un’area circolare di Km 1,5 attorno all’impianto si registra un aumento di rischio di tumore polmonare per i rispetto ad una popolazione residente a distanze superiori di 4,5 Km dall’impianto. &Egrave stato escluso il possibile confondimento legato all’abitudine al fumo.
La variabile di distanza media della residenza dall’impianto &egrave comunque una variabile proxy dell’esposizione ad inquinanti ambientali, concludono gli autori. Non si possono, quindi, trarre conclusioni sulla causa dell’effetto rilevato, anche in considerazione del fatto che altre variabili (occupazione, altre fonti di inquinamento) non sono state indagate. I risultati non fanno comunque escludere un ruolo delle emissioni dall’impianto nel determinare l’eccesso registrato.