In chiusura del Congresso ASCO di Chicago, sono emersi nuovi dati sull’utilizzo del panitumumab, un anticorpo monoclonale interamente umano contro il recettore dell’EGFR, attualmente approvato in monoterapia nel carcinoma colorettale metastatico nei pazienti refrattari EGFR+ e KRAS wild-type (WT).
Sono stati presentati dati di associazione di panitumumab nella prima linea del colon retto avanzato: tre sono i poster più significativi che si occupano in maniera diversa della risposta del farmaco in associazione alla chemioterapia classica.
Il primo lavoro, l’abstract 3545 di R. Hofheinz, mette in evidenza come l’associazione di panitumumab e FOLFIRI permetta un trattamento chirurgico con intento curativo sulle metastasi epatiche e non solo. Il KRAS viene testato nel 94% dei pazienti ed è wild-type nel 59%, come da letteratura. Le risposte e la Progression Free Survival (PFS) sono ovviamente più alte nei pazienti WT che vanno incontro ad una resezione chirurgica radicale delle metastasi.
Già da questo poster emerge che la tossicità cutanea è un indice predittivo di risposta maggiore al farmaco.
L’8 giugno sono stati presentati nel corso della poster discussion congressuale due studi clinici randomizzati multicentrici di fase III, che comparano il primo l’efficacia del FOLFOX 4 più o meno panitumumab nei pazienti metastatici in prima linea, il secondo il FOLFIRI più o meno panitumumab in seconda linea, entrambi prospettici per la valutazione di KRAS.
In entrambi gli studi la tossicità cutanea viene correlata con la risposta; si tratta di due ampi studi clinici che hanno arruolato ognuno circa 1200 pazienti, nei quali la percentuale di mutazione del KRAS è molto simile. Entrambi avevano come obiettivo primario la PFS.
I risultati confermano un miglior andamento nei pazienti WT; assolutamente fuori dallo standard è il fatto che, prendendo in considerazione la tossicità cutanea, a tempo zero e dopo quattro somministrazioni, i pazienti con una tossicità di grado 2-4 hanno una PFS e una overall survival (OS) migliore sia nei wild-type che nei mutati. Come ha fatto notare Jean-Yves Douillard (Direttore della Ricerca Clinica e Traslazionale, René Gaucheau Cancer Center, Nantes) nel presentare i dati, laddove non c’è stata tossicità cutanea nelle due classi di pazienti la PFS è di sei mesi, sia nel WT che nel mutato. Lo stesso dato è riferibile anche alla OS (circa 10 mesi di mediana) nei pazienti senza tossicità cutanea.
Consulta gli abstract sul Panitumumab: