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Reti oncologiche future

By 28 Marzo 2012Novembre 13th, 2013No Comments
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I tempi sono maturi per la creazione di un tavolo attorno al quale si siedano clinici e amministratori protagonisti delle best practice nell’ambito dei percorsi assistenziali e dei modelli di governance delle Reti Oncologiche Regionali esistenti, al fine di indirizzare lo sviluppo futuro di questo prezioso strumento organizzativo su tutto il territorio nazionale.

Se ne è parlato al Convegno “Le reti oncologiche: presente e futuro” , organizzato dall’Associazione Culturale Nazionale ONLUS Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti, con il patrocino oltre che del dicastero diretto da Renato Balduzzi, di Consiglio Regionale del Lazio, Provincia di Roma, Comune di Roma, ASP Lazio, ACO San Filippo Neri, AIOM, CIPOMO, COMU, FARMINDUSTRIA, FAVO, FIMMG, Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e SIFO. Il Convegno si è svolto durante l’intera giornata del 23 marzo presso l’auditorium del Ministero della Salute di Lungotevere Ripa, a Roma.

Obiettivo dichiarato del Convegno porre le basi per delle linee-guida che possano essere utili al Governo centrale e soprattutto alle Regioni rimaste indietro nel processo di organizzazione delle Reti oncologiche. Per affrontare adeguatamente le patologie neoplastiche risulta, infatti, necessario realizzare sinergie tra le componenti che partecipano alla gestione di processi assistenziali che sono notevolmente complessi sia per la natura dei problemi trattati, sia per la loro intensità e durata. In tale ottica il Dipartimento Oncologico rappresenta l’infrastruttura organizzativa fondamentale, quale elemento di collegamento ed integrazione di tutti gli specialisti e di riconoscimento della centralità del paziente. Occorre confrontare i percorsi assistenziali ed i modelli di governance delle Reti Oncologiche Regionali, individuare le criticità esistenti ed avanzare proposte utili ad implementare il modello organizzativo e gestionale esistente.

Nomi importanti dell’Oncologia medica italiana – e non solo – si sono alternati sul palco e hanno presentato le loro esperienze professionali nell’ambito delle Reti oncologiche: si è parlato della necessità di adeguare l’assistenza ai pazienti oncologici ai tempi, di centralità del Dipartimento Oncologico, di ruolo del volontariato, di terapie innovative e del loro utilizzo off-label, del fenomeno della contraffazione dei farmaci oncologici e non grazie a Filippo Palumbo, Giampietro Gasparini, Pierfranco Conte, Massimo Gion, Davide Petruzzelli, Gianni Amunni, Antonio Federici, Maurizio Tonato, Paolo Marchetti, Filippo De Marinis, Franco Testore, Paolo Casali, Marco Sartirana, Giuseppe Zuccatelli, Claudio Giustozzi, Elisabetta Iannelli, Augusto Martellini, Colonnello Antonio Amoroso.

In particolare Dino Amadori, Direttore scientifico Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori, ha battuto il tasto sul superamento degli interessi personali e di gruppo nel contesto delle reti oncologiche: “Ci si unisce attorno a un progetto comune, creando sinergie anziché separazione, separazione oggi purtroppo ancora diffuse proprio per l’eccessiva parcellizzazione delle competenze, un guaio per la Medicina che le reti possono far superare”.

Per quanto riguarda l’informatizzazione sanitaria in generale e dei reparti di Oncologia in particolare, Enzo Galligioni dell’UO Oncologia Medica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento ha spiegato tra l’altro: “Non bastano buoni hardware o software per avere una informatizzazione efficiente in medicina e ancor meno in Oncologia: è necessaria prima una condivisione del linguaggio, degli obiettivi, delle modalità terapeutiche e diagnostiche e poi implementare un sistema in grado di gestire la complessità e la variabilità dei dati clinici, comunicante con tutti gli altri sistemi operanti nelle altre strutture sanitarie”.

Cristina Oliani dell’UOC di Oncologia Medica dell’Ospedale di Montecchio Maggiore (VI) ha illustrato la mission e i progetti del CIPOMO – Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri: “Riuniamo circa 200 Unità complesse di Oncologia in rete effettiva, condividiamo il percorso del paziente oncologico in tutte le fasi della malattia: quindi partendo dalla centralità dei nostri pazienti mettiamo in comune nuove modalità organizzative che danno un valore aggiunto e possano aiutare pazienti e familiari a vivere nel pianeta cancro trovando dei riferimenti sicuri”.

Infine, Carmine Pinto dell’UO di Oncologia medica dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, nella sua veste di Segretario nazionale AIOM, ha illustrato la proposta dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica nel dibattito sulle reti oncologiche. “AIOM vuol parlare a tutto il Paese, perché le Regioni viaggiano a velocità molto diverse e con modelli non adattabili a tutte le realtà: dobbiamo trovare dei criteri minimi che possano definire una rete, che non siano criteri ingessati ma malleabili. Il nucleo centrale è e deve restare il percorso terapeutico-assistenziale, integrato con le reti territoriali”.

david frati

Le interviste video dal Convegno

Per una rete oncologica. Intervista a Dino Amadori, Direttore scientifico, Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori.

Oncologie informatizzate in rete. Intervista a Enzo Galligioni, UO Oncologia Medica Ospedale Santa Chiara, Trento.