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Raffreddamento del cuoio capelluto contro l’alopecia da chemioterapia

By 27 Febbraio 2017No Comments
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L’impiego di un dispositivo (cuffia) per il raffreddamento del cuoio capelluto riduce la perdita di capelli in pazienti sottoposte a trattamenti chemioterapici per un carcinoma della mammella. Recentemente, due studi pubblicati sul Journal of American Medical Association (JAMA) hanno evidenziato come questa procedura risulti efficace nel diminuire l’alopecia in questa specifica classe di pazienti.

Il primo, realizzato presso il Baylor College of Medicine di Houston, ha preso in considerazione 182 donne affette da carcinoma della mammella e sottoposte a ciclo chemioterapico. Di queste, 119 sono state assegnate al gruppo “raffreddamento del cuoio capelluto” e 63 al gruppo di controllo. Il trattamento è stato applicato 30 minuti prima, durante e 90 minuti dopo ogni seduta di chemioterapia. Alla fine del quarto ciclo è stato possibile valutare gli effetti del raffreddamento del cuoio capelluto sulla perdita di capelli in 142 pazienti. Dai risultati è emersa, per le donne sottoposte alla procedura, una maggiore probabilità di perdere una percentuale inferiore al 50% dei capelli (con il 51% di queste che ha persino potuto evitare la rasatura, contro lo 0% delle pazienti del gruppo di controllo). Al contrario, non sono emerse differenze per nessuno dei parametri di valutazione relativi alla qualità della vita. 54 eventi avversi sono stati invece registrati nel gruppo sottoposto al raffreddamento del cuoio capelluto, nessuno dei quali grave.

Il secondo studio invece, realizzato dall’University of California in collaborazione con altri centri di ricerca statunitensi, ha analizzato la perdita di capelli in 106 donne affette da carcinoma della mammella e sottoposte a raffreddamento del cuoio capelluto e 16 pazienti del gruppo di controllo, 14 delle quali accoppiate per età e regime di trattamento chemioterapico ad altrettante pazienti del gruppo sperimentale. La percentuale di donne che è andata incontro a una perdita di capelli pari o inferiore al 50% è risultata essere del 66% nel gruppo sottoposto alla procedura e dello 0% nel gruppo di controllo. Inoltre, dopo un mese dalla fine della chemioterapia le pazienti del gruppo sperimentale hanno riportato un miglioramento in 3/5 dei parametri relativi alla qualità della vita. Ad esempio, solo il 27% di queste ha riportato di sentirsi meno attraente fisicamente, rispetto al 56% delle pazienti del gruppo di controllo. Infine, solo quattro donne (3,8%) hanno manifestato degli eventi avversi (moderato mal di testa) associati alla procedura mentre tre (2,8%) hanno interrotto il trattamento a causa del troppo freddo percepito.

L’alopecia è considerata come uno degli effetti collaterali più impattanti dalle donne sottoposte a trattamenti chemioterapici. Si è ipotizzato che i sistemi di raffreddamento del cuoio capelluto possano ridurre l’afflusso di sangue ai follicoli piliferi, impedendo così l’assorbimento degli agenti chemioterapici, ma questo effetto non era ancora stato valutato in un trial randomizzato. Tuttavia, gli autori di entrambe le ricerche sono concordi nel ritenere che studi ulteriori siano necessari per valutare l’efficacia a lungo termine della procedura e gli eventi avversi associati.

Fabio Ambrosino

▼ Nangia J, Wang T, Osborne C, et al. Effect of a Scalp Cooling Device on Alopecia in Women Undergoing Chemotherapy for Breast Cancer. The SCALP randomized cloinical trial. JAMA 2017; 317(6):596 – 605.
▼Rugo HS, Klein P, Melin SA, et al. Association Between Use of a Scalp Cooling Device and Alopecia After Chemotherapy for Breast Cancer. JAMA 2017; 317(6):606 – 614.