
In tutto il mondo si spendono ogni anno circa 100 miliardi di dollari in farmaci oncologici: una cifra astronomica che, per giunta, è destinata a raggiungere i 150 miliardi nel 2020. Negli Stati Uniti al momento del lancio un anno di trattamento con un nuovo agente antitumorale costa generalmente intorno ai 100.000 dollari. Questi sono solo alcuni dei dati riportati da Vinay Prasad dell’Oregon Health and Sciences University, Kevin De Jesùs della Ponce Health Sciences University e Sham Mailankody del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York in un articolo pubblicato su Nature Reviews Clinical Oncology (1) in cui vengono analizzate le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni relative alla questione del prezzo dei farmaci oncologici.
Un problema che rappresenta sempre di più una minaccia per la sostenibilità economica dei sistemi sanitari, oltre che per l’accesso alle terapie. Infatti – come sottolineano gli autori ‒ dal 1960 a oggi il prezzo di lancio dei farmaci oncologici è progressivamente aumentato: da 100 $ per un mese di trattamento agli oltre 10.000 $ attuali (2). Ma non solo: il costo dei farmaci oncologici continua in genere ad aumentare nel tempo, a prescindere dall’introduzione di agenti simili più avanzati o di nuove soluzioni farmacologiche. Un meccanismo contro il quale si sono recentemente schierati, in diverse occasioni, più di 200 oncologici clinici (3,4). L’aumento del costo degli agenti antitumorali è infatti di gran lunga superiore a quelli che caratterizzano qualsiasi altro settore dell’economia. Un fenomeno che, inevitabilmente, preoccupa quei medici che ogni giorno prescrivono questi medicinali ai loro pazienti e che devono fare i conti con un budget di spesa nelle strutture in cui lavorano. Tuttavia, non è solo un problema di costi.
“Non si può discutere del prezzo dei farmaci oncologici senza fare alcune considerazioni sui benefici che da questi derivano, purtroppo spesso marginali”, scrivono Prasad e colleghi. Gli autori riportano i risultati di un’analisi relativa all’efficacia di 71 agenti approvati per il trattamento di pazienti con tumori solidi tra il 2002 e il 2012, i quali mostrano che il miglioramento della overall survival (OS) e della progression free survival (PFS) raggiunti grazie all’introduzione di queste molecole è stata in media di 2,1 e 2,3 mesi, rispettivamente (5). In generale, il rapporto costi-benefici è quindi “enormemente sbilanciato” in direzione dei costi. Inoltre, altri studi mostrano come l’efficacia di questi farmaci nel “mondo reale” sia persino inferiore rispetto a quella che risulta dai trial clinici, a causa dei bias di selezione che spesso caratterizzano le fasi di sperimentazione (6,7). In molti casi, i soggetti reclutati nei trial sono infatti più giovani e meno compromessi, in termini di comorbilità, rispetto ai pazienti che si incontrano nella pratica clinica quotidiana.
Ma quali sono i fattori che fanno sì che i farmaci oncologici abbiano prezzi così elevati? La risposta più frequente a questa domanda chiama in causa i costi necessari, in termini di ricerca scientifica, allo sviluppo di queste molecole. Secondo un’analisi realizzata presso il Tufts Medical Center di Boston, che Prasad e colleghi definiscono “altamente pubblicizzata”, il costo medio per la progettazione di un nuovo farmaco è di 2,6 miliardi di dollari (8). Tuttavia, un altro studio ha invece proposto una stima pari a 160 milioni di dollari (9). Allo stesso tempo, secondo alcuni critici l’investimento necessario allo sviluppo del farmaco è semplicemente irrilevante ai fini del prezzo, in quanto questo dipenderebbe soprattutto da quanto si è disposti a pagare per ottenerlo (10). In generale, come riportano gli autori dell’articolo pubblicato su Nature Reviews Clinical Oncology, “le analisi di natura empirica faticano a individuare una relazione tra il prezzo dei farmaci oncologici e qualsiasi considerazione razionale”. Al contrario, sembra che questo sia determinato principalmente dalle analisi di mercato fatte dalle aziende produttrici.
Il risultato è che i farmaci attualmente disponibili, e quelli di nuova introduzione, risultano non accessibili a un numero sempre maggiore di pazienti. Tuttavia ‒ sottolineano Prasad e colleghi ‒ “se si manterrà questo trend, è solo questione di tempo prima che il prezzo di questi agenti diventi inaccessibile per tutti i pazienti in tutti i Paesi del mondo”. Secondo gli autori, per impedire che ciò accada è necessario:
* cambiare le modalità con cui vengono negoziati i prezzi dei farmaci;
* aumentare la trasparenza relativa ai costi in termini di ricerca e sviluppo;
* favorire l’introduzione di farmaci generici e biosimilari (anche agendo sulla lunghezza dei brevetti);
* individuare nuove strategie di rimborso;
* permettere l’importazione dei farmaci da Paesi stranieri;
* produrre nuove soluzioni legali per agire sulle problematiche fiscali associate alla vendita.
“Data la complessità dell’argomento – sottolineano gli autori – una singola soluzione non è sufficiente. Al contrario, si può sperare che l’implementazione di tutte o di alcune di queste strategie, che singolarmente avrebbero un effetto modesto, possa ridurre significativamente il prezzo dei farmaci”. In generale, la volontà di intervenire su questa problematica è forte e le soluzioni proposte sono molteplici e creative. “L’unica opzione non percorribile è il mantenimento dello status quo”.
Fabio Ambrosino
▼ 1. Prasad V, De Jesùs K, Mailankody S. The high price of anticancer drugs: origins, implications, barriers, solutions. Nature Reviews Clinical Oncology 2017; doi:10.1038/nrclinonc.2017.31.
▼ 2. Bach PB: Limits on Medicare’s ability to control rising spending on cancer drugs. New England Journal of Medicine 2009; 360: 626 – 633.
▼ 3. Abboud C, Berman E, Cohen A, et al. The price of drugs for chronic myeloid leukemia (CML) is a reflection of the unsustainable prices of cancer drugs: from the perspective of a large group of CML experts. Bloob 2013; 121: 4439 – 4442.
▼ 4. Tefferi A, Kantarjian H, Rajkumar SV, et al. In support of a patient-driven initiative and petition to lower the high price of cancer drugs. Mayo Clinic Proceedings 2015; 90: 996 – 1000.
▼ 5. Fojo T, Mailankody S, Lo A. Unintended consequences of expensive cancer therapeutics – the pursuit of marginal indications and a me – too mentality that stifles innovation and creativity: the John Conley Lecture. JAMA Otolaryngology Head Neck Surgery 2014; 140: 1225 – 1236.
▼ 6. Mitchell AP, Harrison MR, Walker MS, et al. Clinical trial participants with metastatic renal cancer differ from patient treated in real-world practice. Journal of Oncology Pratice 2015: 11: 491 – 497.
▼ 7. Prasad V, Massey PR, Fojo T. Oral anticancer drugs: how limited dosing options and dose reductions may affect outcomes in comparative trials and efficacy in patients. Journal of Clincal Oncology 2014; 32: 1620 – 1629.
▼ 8. Avorn J. The $s.6 billion pill – methodologic and policy considerations. New England Journal of Medicine 2015; 372: 1877 – 1879.
▼ 9. Public Citizen, Rx R&D myths: the case against the drug industry’s R&D “scare card”. Citizen 2001; https://www.citizen.org/documents/ACFDC.PDF
▼ 10. Herper M. The truly staggering cost of inventing new drugs. Forbes 2012; https://www.forbes.com/sites/matthewherper/2012/02/10/the-truly-staggering-cost-of-inventing-new-drugs/#6f1a523c4a94.