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Pertuzumab per le pazienti affette da tumore al seno HER2-positivo metastatico

By 11 Luglio 2012No Comments
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La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato pertuzumab in combinazione con trastuzumab e chemioterapia a base di docetaxel per il trattamento di pazienti affette da tumore al seno metastatico (mBC) HER2-positivo, non sottoposte precedentemente a una terapia anti-HER2 o chemioterapia per la malattia metastatica.

Questa approvazione si basa sullo studio di fase III CLEOPATRA (CLinical Evaluation Of Pertuzumab And TRAstuzumab), pubblicato sul New England Journal of Medicine nel dicembre 2011, i cui risultati dimostrano che le pazienti affette da tumore al seno metastatico HER2-positivo non trattate precedentemente e sottoposte alla combinazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia a base di docetaxel vantano una sopravvivenza mediana di 6,1 mesi in più senza peggioramento della malattia (sopravvivenza libera da progressione, o PFS) rispetto alle pazienti trattate con trastuzumab più chemioterapia a base di docetaxel (PFS mediana: 18,5 vs. 12,4 mesi).

Lo studio CLEOPATRA

CLEOPATRA è uno studio internazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III. Lo studio ha valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza di pertuzumab in combinazione con trastuzumab e chemioterapia a base di docetaxel rispetto a solo trastuzumab e chemioterapia più placebo in 808 pazienti affette da mBC HER2-positivo non trattato precedentemente o con una ricaduta successiva a una terapia adiuvante o neoadiuvante. Lo studio ha mostrato che le pazienti trattate con pertuzumab in combinazione con trastuzumab e chemioterapia hanno ottenuto una riduzione pari al 38% del rischio di peggioramento della malattia o decesso rispetto alle pazienti trattate con placebo e trastuzumab più chemioterapia (HR=0,62; valore di p ≤ a 0,0001, secondo una valutazione indipendente).  Lo studio ha mostrato un incremento di 6,1 mesi della PFS mediana per le pazienti sottoposte al trattamento con il nuovo farmaco in combinazione, rispetto alle pazienti sottoposte a trastuzumab e chemioterapia più placebo.

Nello studio CLEOPATRA, le reazioni avverse più comuni (tasso superiore al 30%) osservate nel braccio con pertuzumab sono state: diarrea, perdita dei capelli, bassa conta dei globuli bianchi, nausea, affaticamento, rash cutaneo e neuropatia periferica (insensibilità, formicolio o sensazione di bruciore agli arti superiori o inferiori). Le reazioni avverse di Grado 3-4 più comuni (tasso superiore al 2%) sono state: bassa conta dei globuli bianchi, bassa conta dei globuli bianchi con febbre, diminuzione di un tipo specifico di globuli bianchi, diarrea, neuropatia periferica, riduzione della conta dei globuli rossi, debolezza e affaticamento.

La combinazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia è l'unico regime terapeutico ad avere mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione rispetto a trastuzumab più chemioterapia in pazienti con tumore al seno metastatico HER2-positivo non trattate precedentemente. 

Pertuzumab è un farmaco personalizzato che ha come target il recettore HER2, una proteina presente in quantità elevate sulla superficie esterna delle cellule dei tumori, così definiti HER2-positivi.  Si ritiene che pertuzumab agisca in maniera complementare a trastuzumab, poiché i due farmaci colpiscono regioni diverse del recettore HER2.

«L'approvazione di pertuzumab rappresenta un progresso importante nel trattamento del tumore al seno metastatico HER2-positivo» – spiega Hal Barron, Chief Medical Officer e Head, Global Product Development di Roche  – «Pertuzumab colpisce i tumori HER2-positivi in maniera diversa rispetto a trastuzumab. Grazie all'azione complementare dei due farmaci, la loro combinazione  in aggiunta alla chemioterapia è in grado di prolungare il periodo di tempo durante il quale questa forma di tumore aggressivo non peggiora, rispetto al trattamento solo a base di trastuzumab e chemioterapia. Siamo molto lieti di vedere che l’impegno che abbiamo dedicato alla ricerca scientifica su HER2 si traduca in un altro farmaco personalizzato».

Con questa approvazione, Roche ha accettato gli impegni post-marketing relativi al processo produttivo di pertuzumab, i quali includono la revisione dei dati da parte della FDA a partire dalle prossime produzioni del farmaco.

«Prevediamo di soddisfare la domanda di pertuzumab che seguirà all'approvazione della FDA. Abbiamo recentemente individuato un problema di crescita cellulare che potrebbe avere ripercussioni sulla nostra fornitura futura del medicinale» – ha dichiarato Patrick Y. Yang, Ph.D., Head, Pharma Global Technical Operations – «Prendiamo molto seriamente la questione e stiamo collaborando con la FDA per garantire un processo produttivo costante che mantenga le forniture del farmaco per i pazienti che ne hanno bisogno».

Note su pertuzumab

Pertuzumab è progettato specificamente per impedire al recettore HER2 di accoppiarsi (o “dimerizzare”) con altri recettori HER (EGFR/HER1, HER3 e HER4) sulla superficie delle cellule, un processo che si ritiene svolga un ruolo importante nella crescita e sopravvivenza del tumore. Il legame di pertuzumab all’HER2 potrebbe anche segnalare al sistema immunitario dell'organismo di distruggere le cellule tumorali.  Si ritiene che i meccanismi di azione di pertuzumab e trastuzumab siano complementari tra loro, poiché entrambi si legano al recettore HER2 ma in regioni differenti.  Si pensa che la combinazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia fornisca un blocco più completo delle vie di trasduzione del segnale di HER.

Roche ha inoltre depositato all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) la richiesta di autorizzazione per l'immissione in commercio di pertuzumab in combinazione con trastuzumab e chemioterapia a base di docetaxel per il trattamento del tumore al seno metastatico HER2-positivo precedentemente non trattato o del tumore al seno non resecabile (inoperabile) localmente ricorrente, in pazienti che non hanno ricevuto trattamento precedente o la cui malattia si è ripresentata in seguito al trattamento in stadio precoce.  La domanda è attualmente in fase di valutazione da parte dell’EMA.