Sono 25 gli ospedali oncologici italiani che hanno acquisito gli strumenti per rendere “più umano” il processo di cura. Riducendo nei pazienti il disagio psichico grave del 50% (in media una persona su tre colpita da tumore soffre di ansia e depressione) e migliorando l’adesione alle terapie. Grazie al progetto HUCARE (HUmanization of CAncer caRE), unico in Italia e fra i primi al mondo, che, in quattro anni, ha coinvolto 29 strutture e oltre 700 professionisti, con l’obiettivo di migliorare le condizioni dei pazienti con cancro grazie a una serie di interventi mirati di supporto psicologico e sociale. E la Lombardia è la Regione pi ù virtuosa, con ben 22 centri certificati.
“Centocinquantasei medici (su 190) e 401 infermieri (su 479) – spiega Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico di HUCARE e primario di Oncologia a Cremona – hanno seguito un corso di alta formazione per migliorare le competenze comunicative. Siamo riusciti a ridurre significativamente il disagio psichico grave grazie a un percorso strutturato che permette di individuarlo tempestivamente. Cambia completamente il modo in cui i pazienti vengono accolti in reparto. In ogni struttura è presente uno psicologo a cui vengono indirizzati i malati colpiti da ansia e depressione, diagnosticate con uno screening specifico. Ad ogni paziente è assegnato un infermiere di riferimento che lo assiste nelle varie fasi della terapia fornendogli informazioni dettagliate. Ed è istituito il Punto di Informazione e Supporto (PIS), gestito da personale infermieristico appositamente formato, dotato di una biblioteca per pazienti con materiale informativo specifico in diversi formati (cartaceo, video, ecc.), con accesso a internet e a banche dati”. HUCARE è stato reso possibile grazie a finanziamenti pubblici, pari a mezzo milione di euro, del Ministero della Salute e della Regione Lombardia. Tra i promotori anche due associazioni di volontariato (MEDeA onlus e Fondazione Calabresi) e l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), che ha organizzato il convegno di oggi.
“Ogni anno in Italia circa 300mila persone sono colpite da tumore”, afferma Carmelo Iacono, presidente AIOM . “Un corretto approccio terapeutico esige un’attenzione particolare al tema dell’umanizzazione. HUCARE è un modello che potr à essere esportato anche in altri Paesi, si tratta di un’esperienza di assoluto livello. È infatti allo studio la possibilit à di realizzare un progetto europeo basato sullo schema di HUCARE per promuovere il percorso dell’umanizzazione in corsia coinvolgendo diverse nazioni. L’AIOM è impegnata nella stesura delle prime linee-guida per l’assistenza psico-sociale dei malati di cancro, con la collaborazione di autorevoli esperti internazionali”.
La portata innovativa di HUCARE è evidente: altri 30 centri hanno chiesto di poter partecipare a una fase successiva. “La Lombardia – continua Passalacqua – ha gi à istituito un corso obbligatorio sui temi del progetto per il personale di tutte le Aziende Sanitarie della Regione che sar à avviato in questo mese. Il nostro studio ha fornito metodologia e risultati utili a Ospedali, Enti di governo della sanit à (Regioni, Ministero) e Associazioni scientifiche, per trasferire nella pratica interventi per il miglioramento dello stato psico-sociale dei malati”. Sono 5 gli obiettivi prefissati, a ciascuno dei quali corrisponde l’attribuzione di un bollino blu: corsi di formazione alla comunicazione per tutto il personale (medici e infermieri) ; applicazione sistematica di un percorso informativo e di supporto per i tutti i nuovi pazienti; utilizzo di una lista di “domande-chiave” che i malati possono rivolgere all’oncologo perché dispongano delle informazioni necessarie sulla neoplasia e sulle migliori terapie disponibili; un “infermiere di riferimento” dedicato ad ogni nuovo paziente che inizia un trattamento; rilevazione dello stato di ansia e depressione per tutti i malati grazie a un questionario validato ed eventuale consulenza psicologica (se indicata).