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Nuove regole ASCO per il conflitto di interessi

By 3 Giugno 2013No Comments
News

La nuova politica è volta ad accrescere la trasparenza nelle relazioni finanziarie tra gli individui e le aziende sanitarie e ad imporre nuove restrizioni per gli autori di ricerche originali che pubblichino o presentino in sedi ASCO.

Il JCO ha pubblicato le linee guida per regolamentare i rapporti tra operatori sanitari ed Aziende, sia che ci si occupi della programmazione, sia della stesura autorale, o della revisione tra pari o di presentazioni. E ciò vale per tutti i canali comunicazionali dell’ASCO.

Ci si riferisce, secondo la definizione dell’Institute of Medicine (2009), al conflitto d’interessi “non in quanto effettiva messa in atto di pregiudizi o di decisioni frutto di corruzione, ma, piuttosto, come insieme di circostanze che l'esperienza e altri elementi di prova hanno dimostrato rappresentare un rischio che gli interessi primari possano essere compromessi da interessi secondari". La nuova politica si basa sui requisiti stabiliti già nel 2005 per aumentare la trasparenza nei rapporti con le aziende. E arriva in un momento in cui molte altre organizzazioni sanitarie, comprese strutture di ricerca e ospedali, hanno migliorato i propri criteri circa il conflitto di interessi. Nel frattempo,  alcuni Stati e lo stesso governo federale hanno emanato normative che prevedono l’obbligatoria comunicazione al pubblico dei pagamenti ricevuti dai medici da parte delle imprese.

La nuova regolamentazione del conflitto di interessi stabilisce un obbligo di "informativa generale" che permette la raccolta di una serie di informazioni sulle interazioni di un singolo individuo con le aziende. Le informazioni da fornire comprendono otto aree di rapporti finanziari con le società: compensi ricevuti per impiego, posizioni di leadership, attività di consulenza, impegni come relatori, fornitura di pareri in quanto esperti, nonché interessi maturati per proprietà, finanziamento della ricerca, sia per il singolo che per l'istituzione, e proventi per licenze e royalties associate ad interessi di proprietà intellettuale.

E dato che nulla lex sine poena, il mancato adempimento dei nuovi requisiti comporta sanzioni fino all’esclusione dalla possibilità di sottoporre abstract o presentazioni orali nelle attività societarie, l’esclusione dalle pubblicazioni ASCO e l’allontanamento dalla partecipazione a comitati o board scientifici promossi dalla stessa società, dai gruppi per la definizione di linee guida, fino alla censura, alla sospensione e in ultimo alla revoca dell’appartenenza all’ASCO.