
A livello evolutivo, la relazione tra esseri umani e batteri è talmente stretta che si può pensare al nostro corpo come a una sorta di superorganismo fatto di cellule umane e microbiche. L’insieme di tutti i microrganismi che vivono dentro di noi, il microbiota, ha un effetto talmente profondo sulla nostra salute che viene spesso descritto dai medici come un “organo nascosto”. Tuttavia, le conseguenza di questa interconnessione non sono sempre positive. “Esistono ‘microbi buoni’, che aiutano il corpo ad assorbire nutrienti dal cibo e a produrre vitamine essenziali come la K e la B12 (1), – scrive Lada Krilov dell’American Association of Clinical Oncology in un approfondimento pubblicato sul sito internet della società – e ‘microbi cattivi’, i quali contribuiscono allo sviluppo di numerose patologie” (2).
Specifiche alterazioni del microbiota, ad esempio, sono state associate a malattie infiammatorie intestinali, delle gengive, obesità, diabete di tipo 2, autismo, allergie e diverse tipologie di cancro. Cambiamenti a livello della comunità dei microrganismi che abitano il nostro corpo potrebbero quindi essere alla base dello sviluppo di queste patologie. Tuttavia, secondo alcuni esperti, gli squilibri presenti a livello del microbiota potrebbero essere una manifestazione di queste patologie, piuttosto che un fattore scatenante. Per quanto riguarda le neoplasie, invece, alcuni batteri sono coinvolti nei processi di sviluppo e crescita tumorale mentre altri sembrano svolgere un ruolo protettivo, contribuendo all’attivazione dei meccanismi di difesa immunitaria e favorendo l’azione dei trattamenti antitumorali.
“Si stima che i microorganismi determinino il 20% di tutti i casi di cancro a livello globale”, sottolinea Krilov. La maggior parte di questi, tuttavia, si associa a un numero molto limitato di patogeni: papilloma virus (tumori della cervice, genitali e del testa collo), Helicobacter pylori (tumore dello stomaco), virus dell’epatite B e C (tumore del fegato). Evidenze recenti suggeriscono però un ruolo potenziale del microbiota anche nello sviluppo e la progressione di altre neoplasie, come quelle della pelle, del seno, delle ovaie, della vescica, della cistifellea, del rene, del polmone, del fegato, del pancreas, urogenitali e di alcune forme di linfoma. Anche il tumore del colon, ad esempio, si associa alla presenza di diversi batteri o bioprodotti batterici (metaboliti). Infatti, rispetto a un colon sano, i tessuti tumorali in quest’area sono ricchi di Fusobacterium nucleatum e altre classi di Escherichia coli e Bacteroides fragili (1).
Quest’ultimo promuove lo sviluppo del tumore attraverso il rilascio di un enzima che danneggia il rivestimento dell’intestino, causando infiammazione. Il Fusobacterium nucleatum, invece, oltre a stimolare i processi infiammatori, contribuisce a proteggere le cellule tumorali dall’attività del sistema immunitario. Questo batterio produce inoltre una sostanza chimica, l’acido solfidrico, in grado di danneggiare il DNA e generare un’instabilità genomica. Una condizione che, soprattutto negli individui con alterazioni a livello dei meccanismi di riparazione del DNA, può determinare un rischio maggiore di sviluppare una neoplasia. Allo stesso modo anche alcuni bioprodotti batterici possono causare danni genetici e favorire la genesi di diversi tumori, come quelli del colon retto, dello stomaco e della cistifellea (3).
Anche i Bacteroides fragili possono tuttavia favorire la crescita tumorale attraverso la loro interazione con il sistema immunitario. Alcuni segmenti di questi batteri attivano una risposta immunitaria attraverso le cellule T helper 17 cell (TH17). Queste, oltre a proteggere l’intestino dall’azione di patogeni esterni, possono causare uno stato di infiammazione cronica che può, a sua volta, contribuire allo sviluppo di patologie neoplastiche (4). Allo stesso tempo batteri come il Lactobacillus e Bifidobacteria, tipicamente presenti nello yogurt, sono invece in grado di limitare la risposta delle TH17, riducendo la risposta infiammatoria e la potenziale crescita tumorale.
Ma non è solo l’azione di singoli microorganismi a definire una possibile condizione patologica. Anche la composizione generale del microbiota può contribuire allo sviluppo di un tumore (3). “Una delle condizioni più studiate, note per la sua influenza sulla comunità batterica intestinale è l’obesità – scrive Krilov – la quale si associa a una riduzione della variabilità all’interno della composizione microbiotica”. Ma cambiamenti di questo tipo possono verificarsi come risposta a variazioni nell’alimentazione, stati infiammatori, infezioni e altro. Per quanto molti dei meccanismi biologici coinvolti nella relazione tra esseri umani e microbiota non siano ancora del tutto chiari, è quindi evidente come questo “organo nascosto” abbia un ruolo fondamentale nel determinare il nostro stato di salute. In futuro, i batteri potrebbero quindi rappresentare un valido alleato nella lotta contro il cancro.
Fabio Ambrosino
▼ 1. Bultman SJ. The microbiome and its potential as a cancer preventive intervention. Seminars in Oncology 2016; 43: 97 – 106.
2. Krilov L. Microbiome: the “hidden organ” that plays a complex role in cancer. Part 1: the good and bad bugs. ASCO.org 2017; pubblicato il 30 giugno.
3. Schwabe RF, Jobin C. The microbiome and cancer. Nature Reviews Cancer 2013; 13: 800 – 812.
4. Russo E, Taddei A, Ringressi MN, et al. The interplay between the microbiome and the adaptive immune response in cancer development. Therapeutics Advances in Gastronenterology 2016; 9: 594 – 605.