L’Ematologia del Policlinico di Modena conferma ancora una volta il suo ormai consolidato ruolo di centro di eccellenza nella ricerca sulle leucemie. Uno studio della Struttura ha dimostrato per la prima volta una correlazione tra l’aggressività della Leucemia Linfatica Cronica (LLC) e i valori nel sangue dell’Angiopoietina 2, un fattore stimolante la formazione di nuovi vasi sanguinei, e ha così meritato la pubblicazione sul numero su Blood, la più importante rivista ematologica a livello internazionale. La rilevanza della scoperta è stata sottolineata da un autorevole Editoriale di commento sul medesimo volume della rivista, che ne mette in risalto l’importanza clinica/applicativa nonché le conseguenti interessanti ipotesi riguardanti la patogenesi della malattia.
“L’Angiopoietina 2 – ha spiegato il prof. Roberto Marasca, dell’Ematologia del Policlinico e coordinatore del progetto – è un fattore coinvolto nella promozione dell’angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi sanguinei fondamentale nella formazione di nuovi tessuti. Il nostro studio suggerisce chiaramente che l’Angiopoietina 2 possa avere un ruolo centrale nella patogenesi della LLC. Da un lato questa scoperta ci offre un nuovo strumento di verifica dell’evoluzione della malattia e dell’efficacia dei nuovi farmaci. Dall’altro, in prospettiva, stiamo lavorando per verificare se l’inibizione di questo fattore oppure delle vie cellulari da esso attivate possa avere un effetto clinico di controllo della malattia leucemica, aprendo quindi nuove prospettive di trattamento di questa patologia”.
La Leucemia Linfatica Cronica a Cellule B (LLC) è la forma di Leucemia più frequente nella popolazione occidentale, rappresentando all’incirca il 30% di tutte le differenti forme leucemiche di tumore del sangue. Possiamo stimare che nella provincia di Modena vengano diagnosticati circa 50 nuovi casi di LLC ogni anno. L’età media di insorgenza è sopra i 60 anni. La malattia è spesso diagnosticata precocemente, mediante un semplice esame emocromocitometrico che rileva un innalzamento del numero dei globuli bianchi circolanti, prima che inizino a comparire sintomi o disturbi. La scoperta dei ricercatori modenesi inserisce a pieno titolo come fattore prognostico la rilevazione, mediante semplice dosaggio sul plasma del sangue periferico, della proteina Angiopoietina 2. I livelli di Angiopoietina 2 sono più elevati nei pazienti con malattia più aggressiva, che necessitano di trattamento più precocemente e con una minore sopravvivenza.