
Da qualche mese, la Direzione Sanità della Regione Lazio ha affidato al Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale (DEP) l’approfondimento di alcune tematiche destinate a incidere sulla Sanità in un prossimo futuro.
Il Dipartimento di Epidemiologia ha voluto integrare questa attività nell’esperienza di collaborazione con Il Pensiero Scientifico Editore, collegandola alla rivista Recenti Progressi in Medicina, mensile di medicina interna indicizzato sulle principali banche dati bibliografiche internazionali. È nato così il progetto Forward. È stato costituito un Comitato scientifico, invitando a farne parte alcune personalità apicali della Sanità italiana: Gualtiero Ricciardi, Giovanni Bissoni, Renato Botti, Marina Cerbo, Carlo Perucci, Giovannella Baggio, Tiziano Carradori, Angelo Tanese, Fulvio Moirano, Carlo Saitto e Giovanni Leonardi.
Forward si configura come un’attività di confronto e horizon scanning la cui finalità è interrogare la realtà in modo critico, fornendo elementi per interpretarla, raccogliendo innanzitutto il sentiment degli operatori sanitari italiani sulle tematiche che caratterizzano l’innovazione ed il domani della sanità, attraverso delle survey basate su interviste strutturate somministrate ad operatori specialisti, nel corso di congressi nazionali. Nel progetto sono state coinvolte alcune aziende farmaceutiche (GSK, Amgen, AbbVie, Daiichi-Sankyo, Pfizer Italia, Novartis Pharma e Gilead), così da rendere più intensa e più ampia l’attività di produzione di contenuti e di disseminazione e per aprire un tavolo di confronto tra pubblico e privato su alcuni temi-chiave in una fase – per così dire – pre-competitiva, in altre parole prima che divengano eventuale oggetto di contrattazione regolatoria.
Il primo tema messo a fuoco da Forward è stato la medicina di precisione. E gli oncologi italiani sono stati tra i primi ad essere interpellati, attraverso una survey somministrata nel corso del congresso AIOM dell’ottobre 2015 ed in seguito ai convegni del BRIDGE ed AIOM post-ASCO GI.
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Gli oncologi italiani tendono a sottolineare la sostenibilità problematica del nuovo indirizzo. Precision medicine non significa saper tutto della malattia, perché la malattia evolve, anche nel singolo paziente, nota Filippo de Braud (Istituto Tumori, Milano). Invece, se vuol dire fare la cura giusta sulla malattia attiva nel momento dato, come sostiene de Braud sottolineando l’importanza della precisione nel tempo, nella circostanza data, è vero però – da un lato – che le conoscenze attuali della biologia dei tumori sono ancora a dir poco frammentarie, e dall’altro che i costi e la disponibilità nelle strutture dei nuovi farmaci costituiscono un problema rilevante. Anche secondo Giuseppe Curigliano (IEO, Milano) la problematica è duplice: «il principale limite della precision medicine consiste nel fatto che si può sottoporre ad un massivo sequenziamento del genoma i tumori di un determinato paziente e alla fine non trovare alcuna alterazione molecolare, oppure si può trovare un’alterazione molecolare per la quale non è disponibile un farmaco, o puoi trovare un’alterazione molecolare per cui è disponibile un farmaco ma non è disponibile nella tua istituzione». Senza contare che precisione dovrebbe andare a braccetto con accuratezza. E non sempre ancora è così: nonostante gli standard italiani di cura siano spesso più alti rispetto alla media europea, il che si riflette anche in una migliore sopravvivenza dopo tumore, come attesta il rapporto EUROCARE-5, il margine di errore inficia ancora in una percentuale significativa il processo terapeutico. I risultati dei controlli di qualità nei laboratori, ad esempio, attestano ancora un 30-35% di errori nella genotipizzazione maggiore, con conseguenti falsi positivi e falsi negativi, avverte Nicola Normanno (Istituto Tumori, Napoli). Si rischia il paradosso di dare la migliore terapia al momento sbagliato e, quel che è più grave, al paziente sbagliato. In sostanza, secondo Martine Piccart (Bruxelles), Presidente ECCO, non saremo in grado di rendere attuale la precision medicine per i prossimi dieci anni, nonostante se ne parli ovunque, al punto che per l’oncologo medico «risulta anche alquanto frustrante dover far fronte a pazienti secondo i quali invece la PM è una realtà ormai disponibile nell’immediato».
Per approfondire i contenuti del progetto visitate il sito di Forward: presto saranno disponibili anche i contenuti del secondo tema messo a fuoco: valore/valori.