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“Il futuro ha bisogno di tempo”: interviste ad Arpino, Curigliano, Mancuso

By 27 Febbraio 2015Marzo 30th, 2021No Comments
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“Il futuro ha bisogno di tempo” è la Campagna nazionale di sensibilizzazione sul tumore al seno, che porta la firma di alfemminile.com con il sostegno dell’associazione Salute Donna e il contributo incondizionato di Roche, finalizzata a diffondere su vasta scala una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce per sconfiggere il nemico numero uno delle donne. Ma “Il futuro ha bisogno di tempo” è stato anche il titolo dell’evento conclusivo che ha celebrato il successo di questa prima edizione della Campagna con un momento di spettacolo e di dibattito in uno dei teatri più belli di Milano, il prestigioso “Franco Parenti” da sempre un punto di riferimento di vitalità artistica e culturale per la città.

In scena, sul palcoscenico della Sala A gremita per l’occasione in ogni ordine di posto, Francesca Reggiani, una delle attrici comiche più note nel panorama italiano che ha interpretato due divertentissimi monologhi, e Alessandro Baronciani, autore e illustratore dal tratto essenziale ed elegante oltre che dalla notevole attenzione per i sentimenti, che ha realizzato dal vivo 4 splendidi disegni all’acquarello, poi donati all’Associazione Salute Donna a fini di raccolta fondi. Insieme a loro Paola Saluzzi ha dato voce a chi l’esperienza del tumore l’ha vissuta sulla propria pelle: Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna, Associazione pazienti coinvolta, insieme ad alfemminile.com nella Campagna, Gioia Locati, giornalista de “Il Giornale” e autrice del blog “Col senno di poi” e Sylvie Menard, ricercatrice oncologica specializzata proprio nelle neoplasie al seno, obbligata da una diagnosi di cancro a togliersi il camice e a indossare le vesti di paziente.

Negli ultimi decenni la ricerca ha fatto grandi passi in avanti, tant’è che la sopravvivenza continua a crescere costantemente: grazie alla prevenzione e al corretto iter diagnostico-terapeutico, oggi in Italia 9 pazienti su 10 sopravvivono, infatti, a cinque anni dalla diagnosi e la grande sfida per il futuro è rendere la patologia sempre più guaribile. A questo proposito, stanno segnando il passo i progressi compiuti nel campo della diagnosi e della valutazione preventiva dei rischi di malattia nelle donne sane, oltre che nello sviluppo di terapie personalizzate in grado di sconfiggere anche le forme di questa neoplasia particolarmente aggressive.

Intervista video a Giuseppe Curigliano
Direttore Divisione di Terapie Sperimentali – Istituto Europeo di Oncologia, Milano

«Il tumore al seno – ha dichiarato il Prof. Giuseppe Curigliano, dell’Istituto Europeo di Oncologia – non è una singola malattia ma si differenzia in molteplici sottotipi. Per combatterla è fondamentale una più approfondita conoscenza dei meccanismi molecolari alla base delle sue diverse forme e terapie mirate che agiscono contro specifici bersagli. Se fino a venti anni fa si pensava alla terapia come a una ‘maglietta che era la stessa per tutti’, oggi le terapie su misura sono una realtà, a tutto vantaggio dell’efficacia e della qualità di vita della paziente. Pensiamo solo che, grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre più mirate ed efficaci, riusciamo a trattare efficacemente anche le forme più aggressive come i tumori HER-2 positivi (che rappresentano 1 caso su 5 circa di carcinoma mammario) e che, a fronte di questi progressi, un numero crescente di pazienti oggi può guarire da questo male».

Intervista video a Grazia Arpino
Dipartimento di Medicina clinica e Chirurgia – Oncologia Medica Università degli Studi Federico II, Napoli

«La conoscenza sempre più approfondita dei diversi tipi di tumore al seno, come il sottotipo HER2-positivo – ha sottolineato la dott.ssa Grazia Arpino, ricercatrice all’Università Federico II di Napoli – è stato un passo in avanti decisivo nell’approccio alla malattia. Grazie ai progressi nella ricerca, oggi è possibile anche una maggiore attenzione alla qualità di vita delle donne colpite da questo tumore. Un traguardo importante è stato raggiunto, ad esempio, con l’evoluzione della via di somministrazione della terapia biologica standard per le forme HER2 positive, con formulazioni sottocute che riducono i tempi di somministrazione e costituiscono un significativo miglioramento della qualità di vita di queste pazienti. Inoltre, proprio con l’identificazione del gene HER, la ricerca ha portato a disposizione degli oncologi nuovi anticorpi monoclonali che hanno cambiato e cambieranno la storia naturale della malattia. Proprio di una di queste terapie se ne è molto parlato all’ultimo congresso europeo di oncologia dove sono stati presentati i risultati dello studio Cleopatra che hanno mostrato un’importante aumento della sopravvivenza per le forme più avanzate di questo tumore. Un risultato fino a pochi anni fa impensabile».

Intervista video a Annamaria Mancuso
Presidente dell’Associazione Salute Donna

Fondamentale rimane anche continuare a parlare di questa patologia, a tutte le donne ma anche a tutta l’opinione pubblica. La campagna “Il futuro ha bisogno di tempo” ha avuto come obiettivo proprio quello di alimentare il dibattito sul tumore al seno, stimolando le stesse donne alla discussione e condivisione di esperienze e timori. «Continuare a parlare, e a far parlare, delle diverse forme di tumore al seno è fondamentale – ha tenuto a ribadire Annamaria Mancuso, Presidente dell’Associazione Salute Donna – per mettere in atto un percorso virtuoso che vede al centro la paziente, circondata e supportata, oltre che dalla propria famiglia e dagli specialisti che l’hanno in cura, da una rete di aiuto per far fronte al disagio psicologico, come alle impellenze materiali, ma anche di condivisione dell’esperienza, che la fa sentire meno sola e, quindi, la rende meno vulnerabile».