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ESMO WO: maggiori incarichi dirigenziali alle oncologhe

By 30 Settembre 2013Novembre 8th, 2013No Comments
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Women for Oncology. Si chiama cosi’ il progetto promosso dalla European Society of Medical Oncology  presentato allo European Cancer Congress 2013 di Amsterdam. Lo scopo, valorizzare la “professione oncologa” attraverso l’analisi delle medici_arte_2sue specificita’e la costruzione di iniziative volte a garantire il rispetto e l’equilibrio di un contesto di professioniste in costante aumento.

I dati emersi da un’indagine condotta su quasi 700 oncologhe dalla European Society for Medical Oncology (ESMO) riportano una realta’ vivace e caratterizzata in graduale ascesa, ma con ancora un largo margine di miglioramento.  Se infatti la maggioranza delle intervistate si e’ dichiarata entusiasta  e appagata dal proprio lavoro, in particolare per la relazione che si crea con il paziente (79%), per lo stimolo intellettuale (60%) e per la tensione etica derivante dalla professione (60%); di fatto, solo meno del 15% delle oncologhe donne occupa incarichi dirigenziali. D’altra parte, le oncologhe che ricoprono posizioni di leadership riferiscono enormi ripercussioni sulla quotidianita’ lavorativa, sia in termini di tempo, che di impegno sottratti alla vita privata. Non e’ un caso infatti – riscontra l’indagine – che il 60% delle intervistate consideri  la miglior gestione del rapporto tra lavoro e famiglia la principale sfida per la propria crescita professionale.

Ma come aiutarle – si e’ chiesta l’ESMO promotrice del sondaggio – nel duplice (ammettiamolo, non facile) obiettivo di essere al tempo donne e specialiste della Salute? Le partecipanti rispondono invocando interventi mirati, come progetti di formazione e aggiornamento flessibili, strumenti d’informazione e risorse online per la professione, servizi che agevolino la partecipazione ai congressi internazionali.

Il Progetto WO, e l’idagine ESMO che ne ha accompagnato la presentazione, definiscono le esigenze di una professionista multitasking, che affianca alle spiccate capacita’ di ascolto, dialogo con il paziente e comprensione umana della malattia, un forte senso organizzativo e professionale.