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Dopo Chicago, aspettando Amsterdam

By 18 Giugno 2013No Comments
News

Da qualche anno, tornando da Chicago, la domanda è ricorrente: che ASCO è stato, nel segno dell’innovazione o della sedimentazione dei risultati già ottenuti?

Chi si occupa più da vicino di melanoma, di colon retto o di tumori ginecologici, sarà forse più incline a rispondere che è stato un congresso ricco di novità terapeutiche.

In effetti, abbiamo apprezzatolo sviluppo dinuove terapiee di associazioni ad alta tecnologia che impattano in modo efficace sul sistema immunitario, estendendo la sopravvivenza in malattie storicamente difficili, come il melanoma metastatico, già protagonista lo scorso anno (vedi, ad esempio, gli abstract CRA9007, CRA9006 e 9012). Il che è l'inizio di qualcosa di importante, ha rilevato Clifford A. Hudis, Presidente dell’ASCO, che “potenzialmente potrà influire sul trattamento di una gammamolto vastadi tumorinei prossimi anni, essendo un obiettivoperseguito da molto tempo dagli immunologie della comunità dei ricercatori sul cancro”.

Più in generale, molti studi rilevanti si sono riferiti a progressi contro forme tumorali in stato avanzato, spesso refrattarie alle terapie standard. Le nuove immunoterapie e le più recenti terapie a bersaglio molecolare si stanno confermando strategie percorribili per bloccare la progressione di malattia.

Altri ricorderanno  soprattutto l’applauso commosso che ha salutato in plenaria la conclusione della presentazione di Surendra Srinivas Shastri dello studio indiano, finanziato dal NCI, di cui parla anche in questa stessa newsletter Ketta Lorusso (vedi). Il grande trial indiano ha dimostrato che uno screening su larga scala, utilizzando del semplice aceto, consente di ridurre del 31% la mortalità del tumore della cervice uterina. I ricercatori indiani ritengono che grazie alla nuova strategia si potranno prevenire 22mila morti l’anno nella sola India.

L’ASCO, in questo solidale con l’ultimo congresso ESMO di Vienna, dimostra quanto sia rilevante oggi assumersi una responsabilità universale nella cura e nell’assistenza di buona qualità dei pazienti oncologici, in tutto il mondo. Il che richiama tuttavia il problema dei costi ed il dibattito sui tagli alla spesa sanitaria, ed in particolare alle cure oncologiche, anche in Paesi del Primo Mondo, come gli stessi Stati Uniti. Proprio in riferimento a quanto emerso all’ASCO 2013 in merito all’aumento della soglia in termini di sopravvivenza sui risultati relativi agli studi clinici per i farmaci antitumorali per pancreas, polmone, seno e colon, Roberto Labianca – Presidente CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) – ha ricordato come si tratti di “un tema di grande attualità e di grandi implicazioni etiche oltre che finanziarie. Sono molti i farmaci oncologici che portano ad un minimo aumento di sopravvivenza del paziente. Si tratta di un’importante questione etica che deve farci riflettere, per cercare di contemperare e bilanciare i diversi interessi, ricordando che il nostro operato e lavoro ha come fine ultimo quello di migliorare la qualità e le aspettative di vita di ogni singolo paziente”.

Il dibattito è destinato a continuare: se ne parlerà certamente anche alla fine di settembre ad Amsterdam che accoglierà il prossimo appuntamento di rilievo internazionale, l’ESMO 2013.