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Colon retto metastatico: il vantaggio di cetuximab

By 3 Giugno 2013No Comments
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Un contributo europeo si segnala tra le novità rilevanti della prima giornata dell’ASCO 2013. Lo studio tedesco di fase III FIRE-3 ha dimostrato la superiorità di cetuximab, associato a FOLFIRI, rispetto a bevacizumab con la medesima associazione come terapia di prima linea del tumore del colon retto.

Fino a ieri non era chiaro quale approccio terapeutico fosse migliore per i pazienti che non presentano la mutazione del genere KRAS. Oggi sappiamo che, in termini di sopravvivenza, la prima combinazione offre un vantaggio di circa 4 mesi e s’impone quindi come terapia di prima linea, mentre a quella con bevacizumab va riservata la seconda.

Secondo Volker Heinemann (Monaco di Baviera), «il grado di beneficio in termini di sopravvivenza riscontrato negli studi clinici che avevano condotto all’approvazione dei due farmaci per quest’indicazione terapeutica era stato equivalente. Ma ritenevamo che cetuximab avrebbe potuto indurre una migliore risposta, anche se non sapevamo se si sarebbe tradotta in un miglioramento della sopravvivenza».

Sui 735 pazienti inizialmente recrutati, lo studio FIRE-3 ha arruolato 592 pazienti affetti da tumore del colon retto metastatico con KRAS wild type. Si rammenti che un paziente su quattro si presenta alla diagnosi con una patologia in fase metastatica. L’età media era di 64 anni, il 66% era costituito da uomini.

I malati sono stati randomizzati a ricevere in prima linea – nel primo braccio – cetuximab (400 mg/m² al giorno 1, seguiti da 250 mg/m² settimanali) + FOLFIRI (regime di Tournigand) o – nel secondo braccio – FOLFIRI + bevacizumab (5 mg/kg ogni 2 settimane). Il tasso di risposta complessiva è stato favorevole per la prima associazione, pur raggiungendo la significatività statistica solo nei pazienti valutabili (526). La PFS si è dimostrata pressoché identica nei due bracci (10,0 mesi vs 10,3 mesi),ma la sopravvivenza complessiva è stata notevolmente superiore nel braccio con cetuximab (28,7 mesi), rispetto a quello con beva (25,0 mesi). Si sta ora conducendo uno studio testa a testa per dimostrare quale farmaco tra i due funzioni meglio anche in associazione con il regime FOLFOX.

Com’è noto, cetuximab è un anticorpo monoclonale che colpisce specificamente il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR, Epidermal Growth Factor Receptor), inibendo così la proliferazione cellulare, la sopravvivenza, la mobilità, la diffusione e l’angiogenesi del tumore. Il farmaco è attualmente approvato soltanto per i pazienti colpiti da mCRC con KRAS wild-type, vale a dire circa il 60% di tutti i tumori colorettali, mentre il restante 40% si caratterizza per una versione mutata del gene. 

Il risultato dello studio FIRE-3 è tanto più rilevante in quanto riguarda uno dei tumori purtroppo ancora più diffusi: in termini di incidenza, il CRC è il terzo tumore più comune tra gli uomini (dopo il tumore del polmone e della prostata) e il secondo tra le donne (dopo il tumore del seno), con circa 1,2 milioni di nuovi casi l’anno a livello mondiale, il che rappresenta il 9,7% di tutti i tumori. In termini di prevalenza, il CRC resta il secondo tumore più comune al mondo, dopo il carcinoma mammario.