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Carcinoma prostatico: buone nuove dall’impiego dell’aspirina

By 18 Maggio 2016Giugno 8th, 2016No Comments
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L’International Journal of Cancer ha da poco pubblicato i risultati di uno studio condotto dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) su base nazionale interrogando lo Health Search IMS Health Longitudinal Patient Database (HSD). Si tratta di un’analisi osservazionale retrospettiva su una coorte di 13.453 pazienti con almeno un evento cardiovascolare o cerebrovascolare ischemico, quindi candidati a terapia con acido acetilsalicilico a basso dosaggio (LDA).

I modelli statistici di regressione di Cox sono stati utilizzati per il calcolo di Hazard Ratio (HR), e dei relati intervalli di confidenza al 95%, del carcinoma prostatico (PCa) associato all’utilizzo di aspirina a bassa dose (LDA). L’esposizione è stata ritardata di un anno in modo da prendere in considerazione i possibili effetti tardivi del farmaco sui risultati ottenuti. All’interno della coorte di 13.453 pazienti, il tasso globale d’incidenza di PCa risultava del 2,5 per 1.000 persone-anni.L’impiego di ASA a basso dosaggio si è associato a una riduzione del 40% del tasso d’insorgenza di carcinoma prostatico (PCa) (HR = 0.64; 95% CI: 0.48–0.86) in presenza di due o più somministrazioni a settimana per almeno un anno (HR = 0.60; 95% CI: 0.43–0.83). Tale associazione è risultata più pronunciata (riduzione del 60%) in caso di terapia con LDA per 5 anni o più (HR = 0.43; 95% CI: 0.21–0.91).

“Abbiamo concentrato la nostra attenzione sul tumore della prostata […] perché è una tipologia di neoplasia che può essere seguita un po’ meglio in quanto ha per sua stessa natura un circoscritto numero di variabili che possono influenzare l’esito osservazionale”, ha spiegato il Direttore della ricerca di Health Search, Francesco Lapi.

“Grazie all’osservazione dell’attività quotidiana della medicina del territorio – ha quindi chiosato il Presidente SIMG, Claudio Cricelli – si possono acquisire quantità enormi di informazioni utili alla ricerca. Questa è la grande novità degli ultimi anni e che ha già portato a grandi risultati”.

Questi dati concorrono ad accrescere l’attenzione sulle potenzialità di aspirina come agente protettivo nei confronti di alcune tipologie di adenocarcinomi. Mentre gli effetti protettivi di LDA sono supportati da risultati consistenti per i tumori colorettali, ci sono ancora scarse e conflittuali evidenze della sua attività sul carcinoma prostatico. La speranza, naturalmente, è che futuri studi possano consolidare le prospettive aperte da quest’importante analisi farmacoepidemiologica.


Bibliografia
Lapi, F., Levi, M., Simonetti, M., Cancian, M., Parretti, D., Cricelli, I., Sobrero, A. and Cricelli, C. (2016), Risk of prostate cancer in low-dose aspirin users: A retrospective cohort study. Int. J. Cancer, 139: 205–211.

Livia Costa