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Ban di Trump, le Società scientifiche Usa protestano

By 6 Febbraio 2017Maggio 23rd, 2017No Comments
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Il 27 gennaio 2016 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la sua più controversa “executive action” finora, bloccando per 90 giorni l’accesso agli Usa dei cittadini di una serie di Stati a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Yemen e Siria) – nel caso della Siria il blocco è a tempo indeterminato – e sospendendo l’ammissione di rifugiati politici per 120 giorni. Sono immediatamente fioccati i ricorsi, e non sono pochi i giudici federali che hanno sentenziato l’incostituzionalità dell’atto presidenziale, sospendendolo in via cautelativa. Nel frattempo si moltiplicano le manifestazioni di protesta negli aeroporti di tutto il Paese e davanti alla Casa Bianca, mentre Trump difende la sua scelta affermando che si tratta di una mera misura di sicurezza nazionale, rincuorato da alcuni sondaggi che a quanto pare dimostrano come il suo operato sia approvato dalla maggioranza dei cittadini Usa.

Tra le tante voci che si sono levate contro la scelta politica di Trump anche quelle di numerose e importanti Società scientifiche, molte dell’area oncologica. È stato per esempio pubblicato uno statement a firma di American Society of Hematologists (ASH), American Association for Cancer Research (AACR), Association of American Cancer Institutes (AACI), American Society for Radiation Oncology (ASTRO), American Society of Pediatric Hematology/Oncology (ASPHO) e LUNGevity Foundation nel quale tra l’altro si legge: “Molti dei progressi fatti dalla ricerca contro il cancro sono stati ottenuti grazie al lavoro di ricercatori provenienti da ogni angolo del mondo. Per far sì che questi progressi continuino ad arrivare servirà una collaborazione ancor più grande tra organizzazioni internazionali, governi, istituzioni pubbliche e private e singoli ricercatori devoti alla causa”.

Anche l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK) hanno preso posizione con forza contro il cosiddetto “Muslim Ban”. Il prestigioso ospedale oncologico newyorchese ha sottolineato in un post sulla sua pagina Facebook che “la comunità MSK unisce i migliori talenti di tutto il mondo, cittadini Usa e immigrati che siano”. Più allarmata la posizione dell’ASCO, secondo cui la decisione del Presidente Trump “potrebbe impattare negativamente sulla ricerca oncologica, l’assistenza ai pazienti e la collaborazione internazionale nell’ambito della comunità scientifica”. La nota dell’ASCO aggiunge poi: “Gli Stati Uniti dipendono dal contributo delle più grandi menti di tutto il mondo per mantenere l’elevata qualità degli standard della ricerca biomedica e dell’assistenza sanitaria”. Grande preoccupazione poi per il possibile decadimento della qualità scientifica dei congressi oncologici celebrati sul territorio statunitense – primo fra tutti il meeting annuale ASCO, ovviamente – che si vedrebbero, se il “Muslim Ban” perdurasse, privati del contributo di migliaia di congressisti. Lo statement dell’ASCO si chiude con un vibrante appello a Trump e ai leader politici statunitensi affinché “rimuovano le barriere ingiustificate allo scambio scientifico” per non bloccare l’avanzamento della lotta al cancro.

David Frati