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ASCO 2011, one week later

By 16 Giugno 2011No Comments
News

Interlocutorio? Di riflessione? Il congresso 2011 lascia in qualche misura interdetti. Non per la minore affluenza rispetto all’anno passato (meno seimila presenze), e neppure per il livello delle presentazioni e dell’organizzazione, sempre notevoli. Quel che sconcerta è la discrasia tra le novità in terapia (non moltissime, ma comunque sensibili) e la consapevolezza crescente della presa in carico ormai indifferibile della questione-cancro a livello globale.

Nelle riunioni post-ASCO e nei prossimi mesi si parlerà certamente dei progressi nella lotta al melanoma, al GIST, allo NSCLC non squamoso avanzato, al tumore dell’ovaio e di altre novità positive registrate da un’Oncologia sempre più ritagliata sulla persona, ma resterà sullo sfondo – e tuttavia sempre più incombente – la sfida globale che attende l’Oncologia di oggi, non di domani. Una sfida complessa e dalle facce diverse: la gestione integrata dei sopravvissuti al cancro, fortunatamente sempre più numerosi; l’incidenza rampante dei tumori nel secondo e terzo mondo, in Paesi che non possono permettersi non le terapie a bersaglio molecolare, ma neppure il platino e i suoi derivati; la conoscenza approfondita ma inesausta dei meccanismi di mutazione cellulare, la loro origine genetica e la necessità di trovare armi adeguate che vi pongano riparo.

E questi sono solo alcuni dei problemi che sollecitano la riflessione degli oncologi e accompagnano la loro pratica clinica quotidiana. A volte, il tumore appare in effetti una non-communicable disease, ma non nel senso proprio, di malattia non trasmettibile, quanto – metaforicamente – di malattia sulla quale non si riesce a comunicare nella misura in cui sarebbe necessario.

martino dell’angelo