
Angelina Jolie Pitt si è sottoposta recentemente a salpingo-ovariectomia laparoscopica bilaterale a carattere preventivo. L’attrice, trentanovenne, ha iniziato quindi una terapia ormonale sostitutiva. Com’è noto, già nel maggio 2013 Angelina Jolie Pitt – portatrice della mutazione genetica BRCA1 – si era sottoposta a mastectomia bilaterale per ridurre il rischio di contrarre un tumore al seno. L’attrice aveva perso la zia per un carcinoma mammario e la madre e la nonna per tumore alle ovaie. L’aver reso pubblica la sua decisione di privarsi del seno ha incoraggiato molte donne con storie familiari ad alto rischio a rivolgersi alle strutture specializzate e a sottoporsi a test genetici. La nuova decisione dell’attrice potrebbe aver l’effetto di rassicurare i portatori della mutazione circa la possibilità di convivere e superare i sintomi propri della menopausa precoce. Comprensibilmente, queste donne – molte delle quali hanno avuto parenti con cancro al seno – temono di non poter ricorrere tranquillamente alla terapia ormonale sostitutiva (preoccupazione peraltro condivisa da molti medici). Contrariamente al senso comune, tuttavia, le evidenze dimostrano che portatrici della mutazione BRCA con seni intatti possono tranquillamente utilizzare la terapia ormonale almeno per diversi anni (J Natl Cancer Inst 2008;100:1361). Occorre che gli oncologi aiutino a far chiarezza su chi realmente può giovarsi di un intervento di salpingo-ovariectomia laparoscopica bilaterale.
La chirurgia profilattica di asportazione degli annessi è al momento il metodo di prevenzione più efficace riportato nelle pazienti con mutazione dei geni BRCA.
A tale proposito, abbiamo chiesto un commento a Ketta Lorusso, dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano: “La mutazione del gene BRCA1 e 2 trasmette un aumentato rischio di ammalare di carcinoma della mammella e dell’ovaio. Purtroppo per la neoplasia ovarica non esistono metodi di screening efficaci per individuare la malattia in stadio iniziale e con la sola eccezione dell’uso degli estroprogestinici non esistono altri fattori protettivi individuati. La chirurgia profilattica di asportazione degli annessi è al momento il metodo di prevenzione più efficace riportato nelle pazienti con mutazione dei geni BRCA. L’intervento previene il 90% dei tumori ovarici ma non un 10% di tumori sierosi che insorgono nel peritoneo. Alcune teorie molto interessanti farebbero risalire nelle pazienti mutate l’origine della neoplasia nella tuba e non nell’ovaio, se queste ipotesi saranno confermate probabilmente in futuro la chirurgia profilattica potrebbe prevedere la sola asportazione della tuba e non dell’ovaio risparmiando alle pazienti i disagi di una menopausa precoce. Alcuni studi in corso risponderanno a questo quesito. Di solito l’intervento si consiglia intorno ai 44-45 anni al completamento dell’età fertile e prima del picco di incidenza di insorgenza del tumore che nelle pazienti mutate avviene ad una età più precoce rispetto alla popolazione generale”.
Su questo tema vedi anche “Angelina Jolie Pitt: Diary of a Surgery” pubblicato sul New York Times il 24 marzo 2015.