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Afatinib, nuove prospettive per i pazienti con NSCLC EGFR M+

By 11 Giugno 2012Novembre 13th, 2013No Comments
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I risultati di un trial internazionale di Fase III dimostrano che la monoterapia orale con un nuovo singolo agente a bersaglio molecolare, afatinib, prolunga la sopravvivenza libera da progressione (PFS) in pazienti affetti da adenocarcinoma del polmone non a piccole cellule che presentino mutazioni dell’EGFR (noto altrimenti come  ErbB1), rispetto della chemioterapia standard.

James Chih-Hsin Yang (Taiwan University Hospital), presentando all’ASCO 2012 i dati dello studio LUX-Lung 3, ha evidenziato che il beneficio di afatinib è particolarmente evidente – causando un incremento significativo della PFS – nella maggioranza dei pazienti che presentano una delle due mutazioni comuni EGFR, la delezione dell’esone 19 o la L858R. Queste due mutazioni, insieme considerate, rappresentano circa il 90 per cento di tutte le mutazioni EGRF analizzate nello studio.

Nel trial LUX-Lung 3 i ricercatori hanno randomizzato 345 pazienti ad afatinib o a chemioterapia. La forza dello studio LUX-Lung 3 è garantita da un processo di revisione indipendente dei risultati. Dopo un follow-up mediano di 8 mesi, si è riscontrato che afatinib prolunga la sopravvivenza libera da malattia di 4 mesi rispetto alla chemioterapia standard (PFS: 11,1 contro 6,9 mesi).

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Figura 1
. Studio LUX-LUNG 3:
curve di PFS dopo revisione indipendente (popolazione intention-to-treat)

Nei 308 pazienti che presentavano delezione dell’esone 19 o la mutazione  L858R, la sopravvivenza libera da malattia risulta ancor più ritardata (13,6 contro 6,9 mesi). I ricercatori hanno riscontrato che afatinib determina un netto beneficio anche sui sintomi più comuni legati al tumore polmonare, come tosse e dispnea, e contribuisce a migliorare la qualità della vita, rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia.

Gli effetti collaterali di afatinib sono gestibili e comparabili a quelli di altre terapie a bersaglio EGFR. Secondo Yang, i dati di sopravvivenza sono attesi entro due anni.

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Figura 2
. Studio LUX-LUNG 3: curve di PFS dopo revisione indipendente
nei pazienti portatori di mutazione dell’esone 19 o L858R

I dati del LUX-Lung 3 sono di particolare interesse perché i ricercatori hanno messo a confronto afatinib con un regime chemioterapico che rappresenta attualmente lo standard di terapia in prima linea per gli adenocarcinomi metastatici del polmone non pretrattati: pemetrexed e cisplatino. Il pathway dell’EGFR è implicato nella crescita, nella sopravvivenza e nella metastatizzazione delle cellule cancerose. Diversi studi hanno dimostrato che afatinib blocca l’EGFR in modo irreversibile rispetto alle terapie attuali a bersaglio EGFR, come gefitinib ed erlotinib (inibitori reversibili). Afatinib, inoltre, blocca anche gli altri membri della famiglia di recettori erbB: «Bloccando in modo più ampio ed efficace i pathways molecolari che facilitano la crescita di questi tumori, afatinib appare più potente delle altre terapie», sostiene James Chih-Hsin Yang, professore alla National Taiwan University e principale investigatore di questo studio internazionale.