Rigore nel rispetto delle prove di efficacia e tensione etica. Il congresso #ASCO21 coniuga questi due imperativi dell’assistenza sanitaria, sempre più attuali. Da un anno e mezzo stiamo vivendo in tutto il mondo l’emergenza della pandemia e, ad essa collegata, la crisi dovuta ai ritardi e alle omissioni comportate per gli altri comparti della clinica e dell’assistenza, anche oncologica. Una crisi esacerbata dalle sue conseguenze economiche. Conseguenze che hanno evidenziato le profonde disuguaglianze sociali che ancora diversificano – orizzontalmente – l’assistenza sanitaria tra i Paesi affluenti e quelli del Sud del mondo, e poi – verticalmente, nei singoli Stati – tra le zone affluenti e quelle disagiate e mal servite: un problema globale e italiano. COVID-19 è servito come uno specchio delle disparità nei sistemi sanitari che hanno visto il proprio fallimento nel proteggere innanzitutto gli anziani, i vulnerabili e i poveri. Ma ha anche evidenziato le conseguenze devastanti che hanno dovuto fronteggiare i Paesi privi di un sistema sanitario pubblico o, come in Italia, nei quali il pubblico negli ultimi anni è stato progressivamente depotenziato e penalizzato da altre scelte. Nel frattempo la ricerca procede, favorita anche dall’impulso ricevuto dalla concentrazione degli sforzi per i vaccini anti COVID-19, e il congresso porta all’attenzione della comunità oncologica le novità più rilevanti nella terapia e nella gestione della persona malata.


