
Che le differenze sociali siano un determinante della salute non lo si sa da ieri. Così come che lo status socio-economico e abitativo della popolazione possa anche riflettersi sulla sua aspettativa di vita: la sanità, anche in Italia, funziona meglio per le persone più colte e abbienti; reddito e titolo di studio fanno la differenza tra quanto si muore e tra quanto ci si cura, come dimostrano anche Carlo Saitto e Lionello Cosentino in un recentissimo libro (La sanità non è sempre salute, Il Pensiero Scientifico 2022).
Secondo una nuova ricerca, presentata all’ASCO in questi giorni, quegli Stati che negli USA hanno aumentato del 10% gli investimenti nei servizi sociali – compresi Medicaid e altri servizi sociali per gli individui svantaggiati dal punto di vista socioeconomico – hanno registrato un miglioramento della sopravvivenza globale a cinque anni per gli adulti neri non ispanici affetti da cancro, rispetto agli Stati che non li hanno aumentati. Nei territori dove la spesa sociale è cresciuta, si è registrata anche una diminuzione delle disparità razziali nella sopravvivenza tra i pazienti oncologici bianchi e neri non ispanici.
Sulla base delle informazioni sanitarie e demografiche di quasi tre milioni di adulti statunitensi affetti da cancro, la crescita della spesa per i servizi sociali è associato a un aumento della OS a cinque anni tra i pazienti neri non ispanici. In partenza, la sopravvivenza globale a cinque anni risultava inferiore del 10,8% nei pazienti neri non ispanici rispetto a quelli bianchi non ispanici, considerando tutti i tipi di tumore.
Per ogni aumento del 10% della spesa, la disparità nella sopravvivenza globale a cinque anni nei pazienti neri non ispanici rispetto a quelli bianchi non ispanici si è ridotta del 4,55%. In particolare, per i pazienti oncologici l’aumento della spesa pubblica per l’assistenza sociale è associata a una riduzione della disparità della sopravvivenza globale a cinque anni tra i neri e i bianchi non ispanici. Il vantaggio di sopravvivenza non è identico per tutti i tipi di tumore: il vantaggio maggiore lo si riscontra nei tumori dell’utero (14,1%) e della cervice (11,9%), ma è notevole anche quello dei testa-collo (9,41%) e dell’ovaio (8,95%).
Secondo Justin Michael Barnes, primo autore dello studio (Dipartimento di radio-oncologia, Washington University School of Medicine, St. Louis), «è dimostrato così che la spesa degli Stati per vari servizi sociali può mitigare il razzismo strutturale condizionando, almeno in parte, i determinanti sociali della salute, come la stabilità finanziaria, l’istruzione, il luogo di residenza e lo stato assicurativo; tale spesa è stata anche associata a una diminuzione delle disparità razziali ed etniche, con conseguenti risultati che finora non erano noti in termini di sopravvivenza globale per i pazienti oncologici».
Fonte: ASCO22 abstract 6509