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Tumore uroteliale: pembrolizumab migliora la sopravvivenza

By 10 Settembre 2017Aprile 7th, 2021No Comments
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Buoni risultati dall’aggiornamento presentato a Madrid dello studio di fase III KEYNOTE-045 che ha valutato pembrolizumab rispetto alla chemioterapia (paclitaxel, docetaxel, vinflunina) nel tumore grave dell’urotelio.

Lo studio ha arruolato 542 pazienti con carcinoma uroteliale avanzato o metastatico, con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia con platino. A un follow up di 22,5 mesi, nel braccio con pembrolizumab la sopravvivenza globale mediana è risultata di 10,3 mesi (IC 95%: 8,0 – 12,3), rispetto a 7,4 mesi (IC 95%: 6,3 – 8,3) in quello con chemioterapia. In altri termini, nei pazienti trattati con pembro si evidenzia una riduzione del 30% del rischio di morte complessivo.

Con pembrolizumab, nei pazienti i cui tumori esprimono PD-L1 il rischio di morte diminuisce del 42%, consentendo una sopravvivenza globale mediana di 8 mesi rispetto ai 5,2 mesi con chemioterapia.
Il vantaggio in sopravvivenza si associa ad una buona tollerabilità della terapia con l’inibitore di checkpoint, particolarmente rilevante in una popolazione spesso di età elevata e con comorbidità anche importanti.

L’EMA ha di recente approvato pembrolizumab per il trattamento del carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico. In particolare, per l’uso in monoterapia di pazienti adulti che abbiano ricevuto una precedente chemioterapia contenente platino e di adulti non eleggibili alla chemioterapia contenente cisplatino.

Fonte: ESMO 2017.