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Tiroide protagonista

By 28 Novembre 2014Aprile 7th, 2021No Comments
Congressi

Si tiene in questi giorni a Milano l’VIII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana della Tiroide (AIT). Secondo dati recenti, dal 2015 il carcinoma alla tiroide diventerà, nei Paesi economicamente sviluppati, il secondo tumore più frequente nelle donne. Circa il 10% della popolazione italiana soffre di disturbi tiroidei, con un rapporto donna-uomo di 8:1. L’aumento di incidenza è dovuto a più frequenti screening nella popolazione. In pratica, grazie a controlli eseguiti spesso per altre patologie – come l’ecocolordoppler per la valutazione dei vasi sovra-aortici – ci si imbatte incidentalmente in piccoli tumori a uno stadio molto precoce che necessitano, nella maggior parte dei casi, di trattamenti meno aggressivi rispetto alle neoplasie tiroidee diagnosticate qualche decennio fa. Infatti, queste neoplasie hanno un grado di malignità basso nella maggior parte dei casi. Secondo le nuove linee guida dell’American Thyroid Association, attese nella prima parte del 2015, i tumori tiroidei potranno esser seguiti senza intervenire chirurgicamente o attraverso interventi più conservativi; la terapia radio metabolica verrà riservata ai tumori tiroidei particolarmente avanzati o aggressivi (non più del 10-20% dei casi).

Il rapporto tra tiroide e fertilità è tra gli argomenti del congresso AIT. In particolar modo, al centro dell’attenzione è la relazione tra tiroide e Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), posto che – com’è noto – l’ipotiroidismo può essere causa di subfertilità o infertilità.

Il Congresso è stato anche l’occasione per ribadire l’importanza della iodoprofilassi. I disordini da carenza iodica determinano ancora un’alta frequenza di gozzo e di altri disordini correlati. L’assunzione di iodio in Italia è di poco superiore al 60% della dose giornaliera raccomandata ( 150 µg per adolescenti e adulti, 90 µg per i bambini al di sotto dei 2 anni e 250 µg per le donne in gravidanza e in allattamento). “Poco sale, ma che sia iodato”, il monito dell’Associazione Italiana della Tiroide: l’impiego di sale domestico in quantità controllate (3-5 g max) non confligge con la raccomandazione di ridurre l’assunzione di sodio per proteggersi dagli effetti nocivi dell’eccesso di sodio su cuore, rene, circolazione, pressione.