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ASCO 2016: problemi seri

By 5 Giugno 2016Aprile 7th, 2021No Comments
Congressi

Non stupisce che una delle più interessanti e problematiche sessioni del sabato, qui a Chicago, sia stata quella dedicata al tema della buona morte: “Death With Dignity or Physician-Assisted Suicide? A Thoughtful Discussion”. Non stupisce, se si pensa che tra pochi giorni – il 9 giugno – la California voterà, scegliendo se diventare il quinto stato americano a permettere la morte medicalmente assistita. Se il sì prevarrà, allora un sesto degli statunitensi potranno vantare come opzione per il fine vita la morte assistita da un medico, ovviamente dopo aver ricevuto la diagnosi di malattia terminale.
Né stupisce che la materia interessi così da vicino gli oncologi, che vi si confrontano quotidianamente: «Sono sempre di più i malati terminali che richiedono più opzioni di quelle di cui dispongono», ha sostenuto Timothy Quill (University of Rochester) qui a Chicago. «In ogni caso», ha aggiunto, «abbiamo raggiunto un punto in cui un numero crescente di malati cade letteralmente a pezzi prima di morire», anche grazie a terapie in grado di tenere “in vita” pazienti ormai compromessi. Mentre, secondo Quill, farebbe parte dei compiti specifici del buon medico «aiutare a ottenere di morire in pace».
Guardandosi dall’offrire ricette a buon mercato, negli Stati Uniti e in Canada non si tratta di un dibattito teorico: le leggi sul diritto a morire in pace si stanno espandendo e diversi Stati saranno chiamati al voto nel corso dell’estate che sta arrivando. E da noi, in Italia?

Luciano De Fiore