
Un trattamento con alectinib ha effetti positivi sulle metastasi a livello del sistema nervoso centrale (SNC) nei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione del gene della chinasi del linfoma anaplastico (ALK). Due trial clinici di fase III, ALUR (1) e ALEX (2), i cui risultati sono stati presentati a Madrid al Congresso Annuale della European Society for Medical Oncology (ESMO), hanno infatti messo in evidenza come questo farmaco sia in grado di ridurre la progressione del NSCLC a livello del SNC, sia in prima che in seconda linea.
Lo studio ALUR ha preso in considerazione 107 pazienti con NSCLC ALK+ il cui tumore era progredito nonostante un precedente trattamento di prima linea con chemioterapia con composti del platino combinata a crizotinib. Questi sono stati randomizzati per ricevere, in seconda linea, alectinib o un’ulteriore chemioterapia standard. Dai risultati è emersa una progressione libera da malattia (PFS) significativamente maggiore nel gruppo sottoposto a trattamento con alectinib (9,6 mesi), rispetto al gruppo sottoposto a chemioterapia (1,4 mesi) (HR: 0.15, 95% CI 0.08–0.29; P<0.001). Inoltre, tra i pazienti che presentavano metastasi a livello del SNC il tasso di risposta complessiva è risultato del 54,2% nel gruppo trattato con alectinib e dello 0% tra i soggetti sottoposti a chemioterapia (P<0.001). Infine, anche il profilo di sicurezza di alectinib è risultato migliore di quello della chemioterapia, nonostante la durata maggiore del protocollo (20 settimane vs. 6 settimane). “I risultati del trial ALUR pongono alectinib come nuovo standard terapeutico per i pazienti con NSCLC ALK+, i quali rappresentano il 4% di quelli con NSCLC in fase avanzata”, ha commentato Silvia Novello, ricercatrice dell’Università di Torino coinvolta nello studio. “Inoltre, l’effetto sul SNC è particolarmente importante perché, se vogliamo prolungare la sopravvivenza di questi pazienti, è fondamentale preservare le loro capacità neurocognitive”.
Un altro studio presentato a ESMO 2017, il trial ALEX, ha invece analizzato 122 soggetti con NSCLC ALK+ e metastasi a livello del SNC. Questi sono stati randomizzati per ricevere, in prima linea di trattamento, alectinib o crizotinib. La PFS è risultata maggiore nel gruppo sottoposto a alectinib, rispetto a quello che ha ricevuto crizotinib (HR: 0.47, 95% CI, 0.34-0.65; P<0.001). “L’analisi suggerisce che alectinib è in grado di controllare le manifestazioni già esistenti a livello del SNC e di inibire la formazione di nuove metastasi meglio di crizotinib”, ha sottolineato Shirish Gadgeel, ricercatore dell’University of Michigan. “Questa superiorità, ovviamente, contribuisce alla maggiore efficacia complessiva di alectinib, limitando la morbilità associata alle metastasi nel SNC e quella dovuta agli effetti collaterali della radioterapia whole-brain”.
Da quando, dieci anni fa, il NSCLC ALK+ è stato descritto per la prima volta, sono stati fatti molti progressi nell’identificazione e nel trattamento di questa forma tumorale. “All’inizio si è osservato che i pazienti erano particolarmente suscettibili allo sviluppo di patologie del SNC – ha commentato Fiona Blackhall, oncologa dell’University of Manchester e del The Christie Hospital – così, a partire dalla scoperta del primo inibitore dell’ALK (crizotinib), c’è stato molto interesse per lo sviluppo di nuove molecole appartenenti a questa classe e caratterizzate da una maggiore capacità di penetrazione nel SNC. I risultati degli studi ALUR e ALEX forniscono nuove evidenze in merito all’efficacia di alectinib e pongono questo farmaco come standard per il trattamento dei pazienti con NSCLC ALK+”.
Fabio Ambrosino
▼1. Gadgeel S. Primary results from the phase III ALUR study of alectinib versus chemotherapy in previously treated ALK+ non-small-cell lung cancer (NSCLC). Abstracts 1299O_PR. ESMO 2017.
2. Novello S. Alectinib vs crizotinib in treatment-naïve ALK+ NSCLC: CNS efficacy results from the ALEX study. Abstract 1298O_PR. ESMO 2017.