
Tra i vincitori dei Merit Award della Conquer Cancer Foundation di quest’anno all’ASCO, quattro sono oncologi italiani, di provenienze e ambiti specialistici differenti, ma tutti di età compresa tra i 31 ed i 35 anni e le cui ricerche premiate sono significativamente orientate alla personalizzazione delle cure.
Ha vinto il premio per il terzo anno consecutivo Francesca Battaglin, aggiudicandosi quest’anno il “Drs. Rachna and Puneet Shroff Endowed Merit Award”, per la ricerca sui tumori gastrointestinali. Il suo studio analizza il profilo di espressione genetica dei tumori delle vie biliari caratterizzati dalla mutazione dei geni IDH, in confronto con tumori dello stesso tipo, ma privi di tali mutazioni. Ciò consente di comprendere meglio i meccanismi che possono portare a nuove possibili strategie terapeutiche. Francesca Battaglin è attualmente Postdoctoral fellow presso il laboratorio di Heinz-Josef Lenz, Direttore della Sezione di Oncologia Gastro-Intestinale del Norris Comprehensive Cancer Center, a Los Angeles.
L’unica vincitrice italiana di quest’anno a lavorare nel Paese natale è Beatrice Borelli, specializzanda presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. La Borelli si aggiudica il premio dedicato ai giovani ricercatori grazie allo studio di una tecnica per la determinazione dei sottotipi molecolari del tumore del colon-retto, al fine di migliorare la personalizzazione del trattamento.
Altra italiana premiata è Patrizia Mondello, attiva presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, New York. Il suo ambito di ricerca sono i linfomi follicolari. Studiandone il microambiente immunologico, la Mondello ha scoperto che i linfociti T CD4+ all’interno dei follicoli linfonodali svolgono un importante ruolo prognostico. Ha così sviluppato una nuova scala (BioFLIPI) che aiuta ad identificare i pazienti con malattia aggressiva e conseguentemente ad orientare le scelte terapeutiche.
Mattia Rediti, dottorando del Breast Cancer Translational Research Laboratory presso l’Institut Jules Bordet a Bruxelles, ha vinto il premio in virtù dello studio che aiuta a identificare i biomarcatori prognostici e predittivi della risposta ai trattamenti per il tumore mammario HER2 positivo in stadio precoce. I dati presentati all’Asco evidenziano l’eterogeneità della risposta immunitaria (in particolare dei linfociti B) in questo tipo di tumore.
Priscilla De Fiore