In Italia i pazienti oncologici non possono accedere in maniera uniforme sul territorio a prestazioni che sono parte integrante della lotta contro la malattia: dalla profilazione genomica alla riabilitazione, dal recupero funzionale alle nuove tecniche chirurgiche e radiologiche. I Livelli Essenziali di Assistenza sono “fermi” al 2001, quando questi nuovi strumenti diagnostico-terapeutici non esistevano e, quindi, non potevano essere erogati e rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Oggi la scienza ha compiuto importanti progressi, la sopravvivenza a 5 anni supera il 60%, ma per i pazienti oncologici di alcune Regioni sembra che tutto si sia fermato al 2001. I LEA sono stati aggiornati nel 2017 ma, per la loro effettiva entrata in vigore, è necessaria l’approvazione del Decreto sul nuovo Nomenclatore nazionale della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, più volte rinviato per verifiche tecniche al Ministero della Salute da parte della Conferenza Stato-Regioni, come ci spiega Paolo Marchetti, Direttore Scientifico IDI di Roma, Ordinario di Oncologia all’Università Sapienza di Roma e Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata.
Andare in bici, per un oncologo come me, è una metafora della bellezza e delle difficoltà del nostro lavoro.