
La medicina di precisione insieme alla genomica la fa da padrone al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology in corso a Chicago che riunisce più di 35mila specialisti oncologi. Durante il secondo giorno del meeting annuale sono state diverse le presentazioni focalizzate sulle potenzialità dell’indagine genetiche per una medicina di precisione centrata sul singolo paziente, sui nuovi test genetici per monitorare l’evoluzione dei tumori in modo da individuare la terapia più appropriata oppure sulle strategie quali il crowdsourcing per accelerare la ricerca di base per sviluppare nuovi trattamenti su misura.
Sul fronte del monitoraggio dei tumori solidi grandi attese sono rivolte alla biopsia liquida, cioè l’analisi di frammenti di dna delle cellule tumorali (ctDNA) rilasciati nel torrente ematico o nella saliva. I vantaggi di questa strategia sono diversi. Innanzitutto è un esame non invasivo come la biopsia tissutale. Inoltre l’analisi molecolare rispetto alle indagini diagnostiche di imaging permette di valutare l’evoluzione delle mutazioni genetiche del tumore e scegliere con precisione la terapia alla quale il paziente potrebbe meglio rispondere. I vantaggi sarebbero anche economici: diagnosi precoci e terapie mirate potrebbero tradursi in un risparmio significativo per il sistema sanitario.
“Il fatto che le mutazioni del dna associate al tumore possono cambiare non solo da paziente a paziente ma anche nel tempo rappresenta una sfida costante nella scelta della terapia tumorale, in particolare nell’era delle medicina di precisione”, ha commentato Sumantha Kumar Pal della società oncologica statunitense esperto di sviluppo terapeutico. “Avere a disposizione un’alternativa alla biopsia tissutale potrebbe avere un impatto maggiore sulla nostra capacità a individuare la terapia giusta per il paziente giusto”.
La biopsia liquida aveva già fatto notizia a febbraio all’American Association for the Advancement of Science a Washington con la presentazione del prototipo del test Efirm in grado di rilevare biomarker del tumore al polmone non a piccole cellule in campioni di saliva. Altri risultati promettenti sui grandi numeri sono stati portati al congresso dell’ASCO che ha dedicato ampio spazio a questo nuovo filone di Ricerca & Sviluppo al servizio della medicina di precisione. Di particolare interesse è l’analisi del DNA circolante nel sangue su grandi numeri con il test Guardant360 che ha coinvolto 15.191 mila pazienti oncologici e analizzato il ctDNA di 50 diversi tipi di tumore, uno dei più grandi studi di genomica del cancro.
“I nostri risultati – ha commentato Philip Mack del Davis Comprehensive Cancer Center dell’University of California – suggeriscono che l’analisi del dna circolante delle cellule tumorali può essere un’alternativa altamente informativa e minimamente invasiva, quando il tessuto di una biopsia è insufficiente per la caratterizzazione genetica della malattia tumorale o non può essere prelevato in modo sicuro. Inoltre il test del ct DNA offre l’opportunità di monitorare facilmente i cambiamenti che intervengono nell’evoluzione del carcinoma e che possono essere critici quando medici e pazienti discutono sulla terapia che funziona meglio.”
Lo studio ha messo a confronto il profilo genetico somatico ottenuto con il Guardant360 test e con la biopsia tissutale convenzionale. Dei 15.191 pazienti arruolati il 37% aveva il cancro avanzato del polmone, il 14% il cancro al seno, il 10% il tumore del colon retto e il 39% altri tipi di carcinoma. L’accuratezza del sequenziamento del ctDNA è stata valutata confrontando i risultati con quelli dei test genetici dei tessuti disponibili per 386 pazienti. L’accuratezza complessiva del sequenziamento del ctDNA è risultata dell’87%. Quando il ctDNA era positivo a mutazioni chiave nei geni EGFR, BRAF, KRAS, ALK, RET, e ROS1 responsabili della crescita tumorale, le stesse mutazioni sono state identificate il 94-100% delle volte nei corrispondenti tessuti. Inoltre, è stata riscontrata un’alta accuratezza della biopsia liquida anche con bassi livelli di materiale genetico (anche al di sotto dell0 0,4% dei dna totale circolante).
Sulla base delle variazioni genetiche nelle analisi della biopsia liquida, i test hanno rivelato una possibile opzione di trattamento per quasi due terzi dei pazienti analizzati (63,6%), che comprende farmaci approvati dalla FDA così come eleggibili. La biopsia liquida è stata particolarmente utile per i pazienti con il cancro del polmone nel 63% dei quali il tessuto era insufficiente o parzialmente analizzabile. In questi casi il test del ctDNA è riuscito a indentificare delle mutazioni genetiche chiave a una frequenza coerente con la prevalenza riportata in letteratura.
La biopsia liquida è ancora in fase sperimentale. I più ottimisti prevedono che nel giro di un paio d’anni la lettura del ctDNA farà il suo ingresso nella pratica clinica per sorvegliare sull’evoluzione del tumore e identificare terapia personalizzate per il singolo paziente. Ma prima di arrivare a questo traguardo servono solide evidenze scientifiche e analisi di costo-efficacia.
Laura Tonon
Fonte: ASCO 2016 Abstract LBA11501: Somatic genomic landscape of over 15,000 patients with advanced-stage cancer from clinical next-generation sequencing analysis of circulating tumor DNA.