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ESMO 2016: come superare la crisi degli screening oncologici?

By 7 Ottobre 2016Maggio 12th, 2021No Comments
CongressiTemi

Su base mondiale i tassi di partecipazione ai programmi di screening oncologici sono mediamente molto bassi anche se si tratta di programmi del tutto gratuiti. Il grido d’allarme arriva da cinque studi su questo argomento presentati al Congresso dell’European Society of Oncology (ESMO), in corso a Copenhagen.

I ricercatori coordinati da Jean Francois Morére dell’AP-HP-GHU NORD Hôpital Avicenne di Bobigny hanno illustrato i risultati più recenti dello studio EDIFICE, un sondaggio realizzato periodicamente per migliorare la partecipazione ai programmi di screening in Francia. Tra i dati emersi, quello sull’importanza dell’attitudine di clinici e pazienti. Avere un approccio rassicurante nel proporre la partecipazione a uno screening oncologico “paga” più in termini di partecipazione del generare preoccupazioni.

I ricercatori coordinati da Amanda Bobridge dell’University of South Australia invece supportano un approccio centrato sul paziente e sottolineano come offrire un programma combinato di diversi screening oncologici, una sorta di “sportello unico degli screening” che coordini diversi appuntamenti, sarebbe talmente gradito dai pazienti da causare un significativo aumento dei tassi di partecipazione agli screening oncologici e garantire una benefica ottimizzazione delle risorse pubbliche.

I ricercatori coordinati da Tom Newsom-Davis, consultant in Oncologia medica al Chelsea and Westminster Hospital NHS, hanno testato per un anno un progetto pilota denominato Acute Diagnostic Oncology Clinic (ADOC) volto a ottimizzare le diagnosi oncologiche nelle cure primarie. “ADOC è in realtà un percorso diagnostico pensato per evitare che i pazienti oncologici ricevano la diagnosi nei Pronto soccorso. Il progetto pilota ha dimostrato elevata efficienza e soprattutto l’estremo gradimento da parte dei pazienti”.

I ricercatori coordinati da Marc-Karim Bendiane, sociologo dell’Observatoire Régional de la Santé de la Santé Provence-Alpes-Côte d’Azur (ORS PACA), hanno indagato nello studio VICAN5 sul follow up a lungo termine dei pazienti oncologici individuando un bisogno drammatico di aumentare la consapevolezza di pazienti e clinici sull’importanza di screenare i pazienti sopravvissuti a un primo tumore per monitorare l’insorgenza di eventuali secondi tumori. È emerso infatti il dato sconcertante che questo tipo di pazienti vengono coinvolti in decisamente meno screening oncologici della popolazione generale.

I ricercatori coordinati da Sébastien Couraud del Service de Pneumologie et Oncologie Thoracique degli Hospices Civils de Lyon infine hanno valutato la propensione di gruppi di fumatori a prendere parte a un ipotetico programma di screening per il tumore polmonare. I dati raccolti hanno fatto concludere che prendere una decisione del genere da parte di un individuo a rischio è una questione complessa e spesso associata all’intenzione di smettere di fumare.

David Frati

▼ Morère JF et al. Opinion on cancer screening: impact on prescription and participation rates. Abstract 1327P, ESMO 2016.
Bobridge A et al. A ‘one stop cancer screening shop’, a way of improving screening participation rates? Abstract 1325PD, ESMO 2016.
Newsom-Davis et al. Acute diagnostic oncology clinic: tackling emergency presentations of cancer T. Abstract 1375P, ESMO 2016.
Bendiane MK et al. Second cancer screening among 5-years women cancer survivors (French national survey vican5). Abstract 1367PD, ESMO 2016.
Couraud S et al. Current or former smokers: who wants to be screened? Abstract 1381P, ESMO 2016.