
Il trattamento con atezolizumab nei pazienti con NSCLC garantisce significativi miglioramenti di overall survival rispetto al trattamento chemioterapico con docetaxel. Lo dimostrano i dati dello studio OAK, presentati al Congresso dell’European Society of Medical Oncology (ESMO) in corso a Copenhagen.
I ricercatori coordinati da Fabrice Barlesi, direttore dell’Oncologie multidisciplinaire et innovations thérapeutiques – Hôpital Nord di Marsiglia, hanno preso in esame 1225 pazienti con carcinoma polmonare NSCLC già trattato, li hanno stratificati in base al loro status PD-L1, ai protocolli chemioterapici utilizzati e all’istologia dei loro tumori, dopodiché li hanno randomizzati ad atezolizumab (1200 mg endovena ogni 3 settimane) o docetaxel (75mg/m2 ogni 3 settimane). L’analisi preliminare dei dati su 850 pazienti ha indicato un miglioramento del 27% nella OS del gruppo atezolizumab rispetto al gruppo docetaxel, indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1.
Se invece si guarda ai dati del sottogruppo di pazienti con i livelli più elevati di espressione di PD-L1, l’OS sale addirittura del 59% rispetto al gruppo docetaxel. “Questo è il primo studio di fase III su atezolizumab e conferma l’efficacia riscontrata nello studio di fase II POPLAR”, spiega Barlesi. “Questo inibitore di PD-L1 ci offre una nuova strategia di seconda linea per i pazienti con NSCLC.
David Frati
* Barlesi F. Primary analysis from OAK, a randomized phase III study comparing atezolizumab with docetaxel in 2L/3L NSCLC. Abstract LBA44_PR, ESMO 2016.