
Diversi studi presentati sabato 27 settembre all’ESMO di Madrid si sono concentrati su come migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. Nel presentarli, Giuseppe Curigliano, Direttore dello Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’IEO di Milano, li ha raccolti sotto l’acronimo S.O.S. che sta per Survivorship, Orphan diseases e Supportive cares.
Uno studio di fase III è stato condotto su 532 pazienti affetti da carcinoma polmonare avanzato e in terapia con il cisplatino, un agente notoriamente assai emetogeno, ai quali è stato somministrato un nuovo agente anti-emetico antagonista del recettore NK-1, il rolapitant, per la prevenzione di nausea e vomito indotti da chemioterapia. Il primo endpoint dello studio, la risposta completa nella fase ritardata, è stato raggiunto nel 72,7% del casi, rispetto al 58,4% di quelli nel braccio di controllo, con un importante miglioramento nella qualità della vita anche nella fase acuta della CINV. I pazienti del braccio di controllo avevano ricevuto granisteron/desametasone o placebo e granisetron/desametasone. I risultati dello studio, certamente positivi, dovrebbero però esser confermati da un nuovo studio testa a testa che confrontasse il nuovo agente antiemetico con il golden standard attuale, cioè con aprepitant.
Un altro studio di fase III (il Lux-Head & Neck 1) ha invece accertato che afatinib, un inibitore di tirosina-chinasi, somministrato oralmente a 40 mg/die, migliora del 20% il rischio di progressione di malattia e quindi la PFS in pazienti affetti da carcinoma squamoso metastatico testa-collo, dopo fallimento della chemioterapia a base di platino. Certo, si tratta di un miglioramento statisticamente rilevante, ma ancora non dal punto di vista clinico, traducendosi in una PFS mediana di 2,6 mesi. Tuttavia, ha osservato Jean-Pascal Machiels (Bruxelles), primo autore dello studio, l’importanza del risultato va misurata col metro della qualità della vita di pazienti, altrimenti molto sofferenti, per i quali afatinib ha dimostrato un sostanziale twist dei sintomi.
Sempre tra gli studi S.O.S. Curigliano ha inserito un interessante lavoro sugli effetti delle chemioterapie su pazienti affette da tumore in gravidanza. Lo studio, coordinato e presentato da Frederic Amant (Lovanio, Belgio), dà una buona notizia, stabilendo che l’esposizione in-utero alla chemioterapia dopo il primo trimestre di gravidanza, decisivo per l’organogenesi, non comporta danni nello sviluppo mentale, né nella salute cardiaca del nascituro.
In ultimo, un’ulteriore notizia incoraggiante per la qualità di vita dei pazienti viene da uno studio di fase III sul nuovo farmaco anamorelin che si è rivelato in grado di migliorare l’appetito, e di conseguenza di arrestare il calo ponderale, di pazienti colpiti da anoressia e cachessia. Si è trattato in effetti di una revisione sistematica su due trial (il ROMANA 1 ed il ROMANA 2), condotti su 484 + 495 malati di carcinoma polmonare avanzato, ai quali è stato somministrato oralmente anamorelin 100 mg/die per 12 settimane.