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Esiste una relazione tra cancro e ictus?

By 7 Settembre 2017Aprile 7th, 2021No Comments
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Una porzione dei pazienti che sopravvive a un ictus potrebbe avere una sottostante patologia neoplastica. L’ipotesi emerge dai risultati di uno studio osservazionale presentato al Congresso Annuale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in corso a Madrid. Questo ha individuato un’aumentata incidenza di tumori, in particolare del colon, del polmone e della prostata, nei pazienti vittime di un evento cardiovascolare di questo tipo. Tuttavia, alcune limitazioni metodologiche evidenziano la necessità di approfondire ulteriormente la natura della relazione.

Lo studio ha valutato le cartelle cliniche di 914 pazienti trasferiti dal pronto soccorso alla Stroke Unit dell’Hospital de La Princesa di Madrid nel periodo compreso tra gennaio 2012 e dicembre 2014. Di questi, i 381 che rispettavano i criteri di inclusione sono stati seguiti per 18 mesi a partire dall’evento cardiovascolare, mettendo a confronto i dati clinici e le variabili demografiche dei soggetti che hanno in seguito ricevuto una diagnosi di cancro e di quelli che non hanno invece manifestato patologie di questo tipo. Tra i sopravvissuti a un ictus è emersa un’incidenza di tumori, principalmente del colon, del polmone e della prostata, del 7,6% (29 pazienti), rispetto al 4,5% che caratterizza la popolazione generale. Nel 45% di questi casi la diagnosi di cancro è giunta nei 6 mesi successivi all’evento cardiovascolare e, inoltre, nel 62% la neoplasia si è manifestata con metastasi o in fase localmente avanzata. I fattori che sono risultati, dall’analisi multivariata, associati allo sviluppo di un tumore sono: età superiore ai 76 anni, precedente diagnosi di cancro, livelli elevati di fibrinogeno (>450 mg/dl) e bassi di emoglobina (<13 g/dl). “Dai nostri dati emerge che l’incidenza di patologie neoplastiche è quasi doppia nei pazienti sopravissuti a un ictus, rispetto alla popolazione generale”, ha commentato Jacobo Rogado, oncologo dell’Hospital de La Princesa di Madrid che ha presentato i risultati a ESMO 2017. “Poiché gran parte delle diagnosi è stata effettuata nei primi sei mesi dopo l’evento, è probabile che il cancro fosse già presente in questi soggetti”.

È stato precedentemente suggerito che la presenza di cellule tumorali potrebbe attivare il sistema di coagulazione, contribuendo a determinare un effetto pro-trombotico potenzialmente coinvolto nell’emergere dell’ictus. “Questo potrebbe spiegare i livelli elevati di fibrinogeno individuati nei pazienti che hanno poi ricevuto una diagnosi di cancro”, ha aggiunto Rogado. Tuttavia, come fa notare Fausto Roila, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, “lo studio in questione ha un’importante limitazione a livello metodologico: l’assenza di un gruppo di controllo. Inoltre, la differenza tra il numero di casi emersi nel campione sperimentale (29) e quello atteso dalle statistiche relative alla popolazione generale (17) è solo di 12 pazienti, un dato che potrebbe essere legato alla maggiore età media che caratterizza le vittime di ictus”.

Fabio Ambrosino

▼ Rogado J. Ischemic stroke as cancer predecessor and associated predictors. Abstract 1412P_PR. ESMO 2017.