
Gli effetti collaterali della chemioterapia come nausea e vomito e la loro gestione sono sempre stati il principale oggetto di valutazione per quegli studi che intendevano misurare la qualità di vita dei pazienti oncologici, ma i risultati di uno studio (1) presentato a Madrid al Congresso annuale della European Society of Medical Oncology (ESMO 2017), sembrano dimostrare che oggi, anche grazie all’efficacia delle terapie di supporto, sono i fattori socio-psicologici ad avere un impatto maggiore sulla vita del paziente oncologico rispetto ai classici effetti collaterali di tipo fisico. Non solo, lo studio tedesco mostra anche che la percezione degli effetti collaterali della chemioterapia da parte dei pazienti non è sempre uguale ma cambia nel corso del trattamento.
Beyhan Ataseven della Kliniken Essen Mitte Evang, Huyssens-Stiftung e autrice dello studio, considerati gli avanzamenti nelle terapie di supporto e i cambiamenti nelle condizioni di vita dei pazienti oncologici negli ultimi 15 anni, ha voluto raccogliere nuovi dati (gli ultimi dei quali risalivano appunto al 2002) sulla percezione da parte dei pazienti degli effetti collaterali delle terapie. Lo studio ha preso in esame esclusivamente le pazienti con carcinoma mammario e ovarico, e ha aggiunto un’analisi di tipo longitudinale effettuando tre interviste in tre momenti diversi: prima, durante e al termine della chemioterapia.
Durante ogni intervista alle 141 pazienti (in attesa di iniziare o già avviate alla chemioterapia) venivano presentati due gruppi di schede, che riportavano rispettivamente gli effetti collaterali fisici e non fisici dei farmaci. Le pazienti venivano invitate a selezionare i primi 5 effetti collaterali per loro più pesanti in ciascun gruppo per poi classificarli in ordine di importanza. Di questi 10 principali effetti collaterali, alle pazienti veniva chiesto di selezionarne i 5 più significativi di entrambi i gruppi e di ordinarli in base alla loro importanza.
“Quello che emerso è che, da una parte, gli effetti collaterali come nausea e vomito non sono più il problema principale delle pazienti, e questo grazie alla efficacia dei nuovi farmaci contro questi sintomi. D’altra parte, la perdita di capelli continua ad essere invece l’elemento di maggior preoccupazione in particolar modo all’inizio del trattamento” ha dichiarato Ataseven, “ma con il proseguire della terapia, le pazienti riescono ad abituarsi anche a questo, le preoccupazioni cambiano e altri effetti collaterali diventano più importanti. Se guardiamo alla percezione delle pazienti lungo l’intero corso delle terapie, gli effetti collaterali più difficili da affrontare sono i disturbi del sonno – che diventano sempre più importanti nel corso del tempo – e l’ansia sull’impatto che la loro malattia può avere sul partner o sulla famiglia”.
Risultati che dovrebbero guidare i medici a riconsiderare le terapie di supporto offerte ai pazienti. “Ad esempio, i farmaci contro l’insonnia non erano fino ad ora parte della routine terapeutica. Occorre inoltre fornire un supporto psicologico più forte per affrontare l’ansia dei pazienti e le preoccupazioni legate alle famiglia”, dichiara Ataseven.
L’ESMO pubblicherà a breve un position paper sul bisogno di integrare le terapie di supporto e le cure palliative per i pazienti oncologici, dal momento della diagnosi e per tutto il corso della malattia, per cercare di superare quello che Karin Jordan, presidente dell’ESMO Faculty Group on Palliative and Supportive Care definisce un vero e proprio “gap” fra ciò che il medico pensa sia importante o gravoso per i pazienti e ciò che davvero i pazienti pensano.
Benedetta Ferrucci
▼ Ataseven B. Change of patient perceptions of chemotherapy side effects in breast and ovarian cancer patients. Abstract 1472P_PR, ESMO 2017.