
Al Meeting annuale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in corso a Monaco di Baviera presentata una review che dimostra che uomini e donne dovrebbero ricevere terapie di supporto differenti, perlomeno in alcuni tipi di cancro. I dati sono stati raccolti da quattro studi clinici randomizzati controllati: in totale 1354 i pazienti inclusi, di cui l’80% di sesso maschile e il 20% di sesso femminile. “È la prima volta che i dati differenziati per genere sono stati raccolti su una scala così ampia per questo tipo di tumore”, sottolinea Michael Davidson del Royal Marsden Hospital NHS Foundation Trust di Londra, coordinatore dei ricercatori. “La domanda clinica a cui volevamo rispondere” – continua – “era se il genere influenzasse la tossicità e l’efficacia delle chemioterapie somministrate nel trattamento dei tumori gastrici”.
Una percentuale maggiore di tumori gastrici rispetto a quelli giunzionali o esofagei è stata osservata in pazienti di sesso femminile: esiti coerenti con l’incidenza e la distribuzione dei tumori OG nelle popolazioni occidentali. Nonostante l’analisi non abbia mostrato significanti differenze tra i contenuti complessivi di tossicità tra uomo e donna, emergono interessanti squilibri della stessa a livello individuale. Difatti, nelle donne si è riscontrata una molto più elevata incidenza di nausea e vomito, con l’89,3% per le donne rispetto al 78,3% negli uomini, (16,7% di nausea di grado 3 o superiore nelle donne, 9,5% negli uomini). Le donne sono inoltre maggiormente inclini a diarrea (53,8% contro 46,9%), ulcerazione della bocca (49,5% contro 40,7%) e alopecia (81,4% contro 74,3%). Al contrario, il 49,3% dei pazienti di sesso maschile soffre di neuropatia periferica contro il 42,6% nelle pazienti di sesso femminile. In termini di efficacia del trattamento non sono state ravvisate differenze significative.
Michel Ducreux dell’Institut Gustave Roussy di Villejuif, commentando i risultati, sottolinea la necessità di un cambiamento di atteggiamento da parte del mondo della ricerca: “Se ulteriori studi confermassero che le donne sono maggiormente inclini rispetto agli uomini a un più ampio raggio di effetti collaterali, allora dovremmo implementare strategie differenti di prevenzione e supporto per le pazienti”.
Rebecca De Fiore