
Si è svolto il 13 e 14 novembre a Roma, nella fascinosa location di Villa Aurelia, l’Italian Summit on Precision Medicine organizzato dalla Federazione per la Medicina Personalizzata (FMP) e presieduto da Giuseppe Curigliano (Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano) e Paolo Marchetti (Professore Ordinario Oncologia “Sapienza” – Università di Roma, Direttore UOC Oncologia – Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Andrea, Direttore Oncologia Medica B Policlinico Umberto I, Roma).
Un convegno internazionale che ha riunito i maggiori key-opinion leaders nel campo dell’Oncologia di Precisione, a confronto sui temi della ricerca e della pratica clinica. Le modalità di raccolta ed interpretazione di Big Data attraverso l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale e della Network medicine, la sostenibilità economica e l’impatto sui Sistemi Sanitari delle modalità di approvazioni agnostiche delle quali alcuni aspetti rimangono irrisolti (questioni tecniche, scientifiche, etiche, legali, economiche) sono stati al centro dei dibattiti.
“L’Oncologia di Precisione è come un navigatore”, spiega Giuseppe Curigliano. “Immaginiamo di avere una pianta della metropolitana di una grande metropoli da consultare e di dover scegliere la via più veloce per arrivare a destinazione. Ci sono diversi possibili percorsi, tante linee di metropolitana: mediante l’Oncologia di Precisione e con l’ausilio di un Molecular Tumor Board possiamo identificare la via più breve e sicura per andare a colpire il tumore”. Ma a che punto è il percorso di trasformazione dell’Oncologia in Oncologia di Precisione? “Il passaggio chiave sta nella capacità di trasformare i dati in informazioni utilizzabili. Troppo spesso ci fermiamo alla raccolta dei dati e ci troviamo con informazioni che non sappiamo utilizzare dal punto di vista clinico”, avverte Paolo Marchetti. “Le informazioni devono diventare conoscenza, e questo processo avviene mediante il Molecular Tumor Board, che decide quale dato è utile per trattare il paziente. Questo non è il futuro, sta già succedendo. È un mondo che sta cambiando, ma quello che mi sembra fondamentale sottolineare è che questo cambiamento – soprattutto nel nostro Paese – non è seguito con altrettanta rapidità da una riorganizzazione dei percorsi. Abbiamo bisogno di percorsi diversi per effettuare la profilazione, percorsi diversi di accesso ai farmaci, percorsi diversi dal punto di vista autorizzativo, coinvolgimento di Farmindustria per consentire l’accesso a terapie off label e non ancora registrate, confronto con AIFA su nuove modalità di rimborso e con la Conferenza Stato-Regioni per una diversa valutazione della mobilità extra regionale all’interno di progetti di ricerca, infine definizione di nuovi modelli di protezione dei dati personali in grado di non bloccare la ricerca più innovativa”.