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CRC MSI-H metastatico: immunoterapia in prima linea?

By 22 Ottobre 2018Maggio 12th, 2021No Comments
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L’immunoterapia con nivolumab e ipilimumab a basso dosaggio potrebbe diventare il trattamento di prima linea per i pazienti affetti da carcinoma colorettale metastatico a elevata instabilità microsatellitare (CRC MSI-H). Dai risultati dello studio CheckMate-142, presentato al Meeting annuale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in corso a Monaco di Baviera, è emerso che la combinazione di farmaci si associa a una riduzione dei tumori e a una maggiore sopravvivenza.

Lo studio CheckMate-142 aveva già dimostrato in precedenza che, nei pazienti con carincoma CRC MSI-H resistenti alla chemioterapia, l’immunoterapia con nivolumab e ipilimumab a basso dosaggio si associava a un beneficio clinico duraturo con effetti collaterali gestibili. Evidenze, queste, che avevano portato all’approvazione della terapia da parte della Food and Drug Administration. A Monaco sono stati invece presentati i risultati relativi a 45 pazienti (età media: 66 anni; 51% di sesso maschile) non sottoposti ad alcun trattamento precedente, i quali sono stati seguiti per un follow-up medio di 13,8 mesi. L’endpoint primario era costituito dal tasso di risposta obiettivo (ORR). Al termine del follow-up questo è risultato del 60%, mentre il 7% dei soggetti reclutati è andato incontro a una risposta completa. Nell’84% dei casi è stato invece possibile riscontrare una riduzione della massa tumorale. Al follow-up a 12 mesi la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza complessiva sono risultate rispettivamente del 77% e dell’83%. Rispetto ad altri trial precedenti, poi, il CheckMate-142 ha preso in considerazione un dosaggio inferiore di ipilimumab, con una conseguente riduzione degli effetti collaterali: tossicità di livello 3 e 4 sono state riscontrate nel 16% dei pazienti e solo il 7% ha dovuto interrompere il trattamento a causa di eventi avversi.

“I dati suggeriscono che la combinazione nivolumab- ipilimumab potrebbe diventare un’opzione per la prima linea di trattamento nei pazienti con CRC MSI-H”, sottolinea Heinz-Joseph Lenz, responsabile del Gastrontestinal Cancers Program dell’University of Southern California Norris Comprehensive Cancer Center di Los Angeles, tra gli autori dello studio. Commentando i risultati per conto dell’ESMO, invece, Thierry Andrè – responsabile dell’Unità di Oncologia Medica dell’Hôpitaux de Paris – ha dichiarato: “Il trattamento con nivoluman e ipilimumab è efficace nella maggior parte di questi pazienti e alcuni di loro tornano perfino a lavorare. Questo significa che i sistemi sanitari possono essere certi che le risorse sono ben indirizzate, a differenza di quanto accade in altre patologie (melanoma, carcinoma polmonare o del rene) dove è più difficile selezionare i pazienti che possono trarre un reale beneficio dall’immunoterapia”.

Fabio Ambrosino

▼ LBA18_PR. Lenz HJ. Durable clinical benefit with nivolumab (NIVO) plus low-dose ipilimumab (IPI) as first-line therapy in microsatellite instability-high/mismatch repair deficient (MSI-H/dMMR) metastatic colorectal cancer (mCRC). ESMO 2018.