
Il San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) 2020 si è aperto con una Special Session dedicata al tema dell’assistenza in era COVID-19 in cui si sono confrontati in una prospettiva globale le risposte di medici e pazienti e si è riflettuto sulle nuove prospettive aperte dalla pandemia. Un problema centrale da questo punto di vista è il ruolo dell’informazione e dell’aggiornamento in una fase in cui gli scenari cambiano molto velocemente e le evidenze si aggiornano a ritmi del tutto inediti.
Con l’aumento dell’intensità di diffusione della pandemia, molti Paesi hanno istituito il lockdown. Le decisioni sono state difficili e ritenute utili per il controllo della malattia, ma sono stati sottolineate ripetutamente le conseguenze per l’economia come per l’educazione dei bambini e la formazione degli adolescenti nelle realtà dove è stata decisa la sospensione della didattica in presenza. “Il timore di contrarre il coronavirus nelle strutture sanitarie ha dissuaso le persone dal seguire gli screening, le diagnosi e il trattamento delle patologie non COVI-19”, ha spiegato Norman E. Sharpless, direttore del National Cancer Institute (NCI), in un editoriale pubblicato su Science (1). Le conseguenze sul cancro, per esempio, potrebbero essere significative. Che cosa si può fare per limitare queste conseguenze? “Il cancro è una malattia complessa, la cui prognosi è influenzata dalle tempistiche della diagnosi e dell’intervento” spiega Sharpless. “In generale, prima comincia il trattamento, migliori sono i risultati. Dall’inizio della pandemia, negli Stati Uniti, si è già verificato un forte calo delle diagnosi oncologiche, ma non c’è motivo di credere che la reale incidenza del cancro sia diminuita. Le neoplasie, non rilevate in questo periodo, verranno comunque alla luce prima o poi, ma a stadi più avanzati e con prognosi peggiori. In molti ospedali, i cosiddetti trattamenti oncologici elettivi e gli interventi chirurgici sono stati posticipati per preservare la capacità clinica da dedicare ai pazienti covid-19. Per esempio, alcuni pazienti ricevono cicli meno intensi di chemioterapia e radioterapia e, in altri casi, gli interventi per rimuovere i tumori di recente diagnosi sono stati rinviati. Non c’è dubbio che la pandemia covid-19 stia causando ritardi nelle diagnosi e un’assistenza non ottimale dei pazienti oncologici”.
Per rispondere ad un’intensa domanda di aggiornamento da parte degli operatori sanitari, il progetto MaCroScopio ha aperto una sezione “Covid e cronicità” all’interno del proprio sito web (2) già durante la primissima fase dell’emergenza sanitaria con lo scopo di raccogliere tutto il materiale sul tema della cronicità nell’ambito della pandemia. Dopo una prima fase in cui sono state raccolte tutte le ricerche epidemiologiche, le raccomandazioni, le misure regolatorie e le analisi sull’impatto economico e organizzativo del Covid nel contesto delle malattie croniche, la sezione è stata totalmente rinnovata, concentrando la raccolta sul problema degli impatti indiretti del CoViD-19 sulla gestione della cronicità. La nuova sezione “Covid e cronicità” raccoglie tutti i documenti (letteratura, documenti e link) relativi agli impatti indiretti del CoViD-19 su mortalità e morbilità in generale, sull’impiego delle strutture sanitarie, sull’accesso ai farmaci e alle prestazioni specialistiche, nonché sugli effetti indiretti su specifiche problematiche cliniche.
La pressione esercitata dall’eccezionale domanda di assistenza delle persone con covid-19 sulla sanità ospedaliera e ambulatoriale potrebbe a medio e lungo termine influenzare gli esiti di salute dei pazienti affetti da patologie oncologiche, andando quindi ad aumentare le ricadute negative della pandemia, in quanto a quelle dirette andrebbero a sommarsi anche quelle indirette. Tali effetti indiretti, fin dalle fasi iniziali dell’emergenza, stanno quindi causando una “pandemia tra i pazienti non affetti da COVID-19”, come precocemente riportato da un articolo apparso sul NEJM ad Aprile 2020. (3) A questo riguardo, le previsioni di Sharpless sono molto allarmanti: “I modelli sull’effetto di COVID-19 sugli screening oncologici e sul trattamento dei tumori del seno e del colon-retto (che complessivamente ammontano a circa un sesto di tutte le morti per cancro) nella prossima decade suggeriscono all’incirca 10.000 morti in eccedenza per tumore del seno e del colon-retto, che è pari all’1% di aumento dei decessi per queste tipologie di tumori in un periodo in cui si stimano quasi 1.000.000 di morti per questi due tipi di cancro. Il numero di morti in eccedenza per anno potrebbe raggiungere il picco nel prossimo biennio. Questa analisi è conservativa, perché non considera altre tipologie di tumore, l’ulteriore morbilità non letale dovuta al ritardo nella stadiazione, e presume una moderata interruzione dell’assistenza che si risolverà completamente in 6 mesi. Non prende in considerazione, inoltre, le differenze regionali in risposta alla pandemia, questi effetti infatti potrebbero essere meno gravi in zone del Paese con lockdown più brevi o meno rigorosi”.
1. Science 19 Jun 2020: Vol. 368, Issue 6497, pp. 1290 DOI: 10.1126/science.abd3377
2. Progetto MaCroScopio http://macroscopio.it/
3. Rosenbaum L. The Untold Toll – The Pandemic’s Effects on Patients Without Covid-19. N Engl J Med. 2020 Apr 17.