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COSMIC-313 e RCC metastatico: migliora la PFS con CABO aggiunto a NIVO + IPI

A cura di Maria Nardoianni By 12 Settembre 2022Ottobre 16th, 2023No Comments
Congressi

Dal Congresso ESMO 2022 di Parigi arrivano i risultati dello studio COSMIC-13 sull’aggiunta di cabozantinib a nivolumab + ipilimumab nell’RCC metastatico. In generale si registra un significativo beneficio in termini di PFS nei pazienti che hanno ricevuto la tripletta rispetto ai soli nivolumab + ipilimumab, in particolare nella popolazione di pazienti di prima linea a rischio medio e basso non trattata che era quella di maggiore interesse per la ricerca e per cui la doppietta NIVO + IPI rappresenta a oggi lo standard di cura.

Lo studio in doppio cieco di fase 3 ha randomizzato 855 pazienti a ricevere cabozantinib 40 mg una volta al giorno o placebo stratificandoli per regione e rischio IMDC. Entrambi i gruppi di trattamento hanno ricevuto nivolumab (3 mg/kg IV Q3W) + ipilimumab (1 mg/kg IV Q3W) per 4 cicli seguiti da nivolumab (480 mg IV Q4W). L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione (PFS), quello secondario la sopravvivenza globale (OS). Lo studio ha soddisfatto l’endpoint primario di PFS (HR 0,73, IC 95%, 0,57-0,94; p=0,013); la PFS mediana non è stata raggiunta (NR; IC 95%, 14,0-non stimabile) per C+N+I vs 11,3 mesi (IC 95%, 7,7-18,2) per P+N+I. L’ORR (popolazione PITT) era del 43% (IC 95%, 37,2-49,2) per C+N+I rispetto al 36% (IC 95%, 30,1-41,8) per P+N+I; la durata mediana della risposta era NR in entrambi i gruppi di trattamento. Eventi avversi di grado 3/4 si sono verificati nel 73% dei casi con C+N+I rispetto al 41% con P+N+I; 3 pazienti (1%) in ciascun braccio avevano eventi avversi di grado 5 e uno ha portato all’interruzione del trattamento nel 12% vs. 5% dei casi.

L’aggiunta di cabozantinib (CABO) a ipilimumab più nivolumab (IPI-NIVO) ha migliorato il punto debole della doppietta IPI-NIVO, che è la progressione precoce. Tuttavia, l’intensificazione del trattamento è raramente osservata senza ulteriori rischi. I pazienti hanno sperimentato il beneficio di un controllo maggiore della malattia, ma anche tossicità aggiuntive, pause del trattamento e interruzioni”, è il commento riassuntivo di Viktor Grünwald, University Hospital Essen, West-German Cancer Center Essen, Germania.