
Per le donne europee affette da carcinoma ovarico, il regime terapeutico con somministrazione ogni tre settimane rimane il protocollo standard nel trattamento di prima linea con paclitaxel. Questo è ciò che emerge dal trial clinico di fase III ICON8, i cui risultati sono stati presentati al Congresso Annuale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in corso a Madrid (1). Infatti, a differenza di quanto precedentemente dimostrato su un campione di donne giapponesi (2), non sono emersi benefici in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) da una somministrazione dose-dense settimanale.
Per indagare l’efficacia del regime “accelerato”, i ricercatori hanno preso in considerazione 1566 pazienti (prevalentemente di origine europea), sottoposte a intervento chirurgico o per cui l’opzione chirurgica era stata temporaneamente rimandata. Queste sono state randomizzate per ricevere sei cicli del trattamento standard ogni tre settimane (braccio 1: carboplatino AUC 5/6-paclitaxel 175 mg/mq) o, in alternativa, uno di due trattamenti dose-dense a cadenza settimanale (braccio 2: carboplatino AUC 5/6 + paclitaxel 80 mg/mq; braccio 3: carboplatino AUC2 + paclitaxel 80 mg/mq). Dai risultati non sono emersi benefici in relazione ai due protocolli terapeutici dose-dense: la PFS media è risultata di 24.4 mesi nelle donne sottoposte al regime standard e di 24.9 mesi e 25.3 mesi nelle pazienti dei bracci 2 e 3. È emersa, inoltre, una maggiore tossicità di livello 3-4 nei bracci 2 e 3, rispetto al braccio 1 (63% vs. 53% vs. 42%, rispettivamente), anche se questo dato è risultato associato principalmente a tossicità ematologiche non complicate. I risultati ottenuti sono in contrasto con quelli emersi da uno studio giapponese, il trial JGOG3016, che aveva messo in evidenza un beneficio associato al regime terapeutico dose-dense a cadenza settimanale in termini di PFS e sopravvivenza complessiva (OS). “Essendo entrambi studi robusti e dotati di adeguata potenza statistica, – ha commentato Andrew Clamp, ricercatore della Christie NHS Foundation Trust e dell’University of Manchester (Regno Unito) – non è chiaro quale sia motivo alla base dei risultati contrastanti. Sappiamo che il profilo istologico del carcinoma ovarico nelle donne giapponesi è diverso da quello delle pazienti di etnia caucasica, ma è improbabile che la differenza dipenda da questo fattore. Piuttosto, potrebbero essere coinvolte le caratteristiche farmacogenomiche delle due popolazioni”.
In merito ai risultati del trial ICON8, Ketta Lorusso, ricercatrice della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e responsabile della track dei tumori ginecologici a ESMO 2017, ha commentato: “Lo studio conferma che il protocollo con somministrazione ogni tre settimane rimane lo standard nel trattamento di prima linea del carcinoma ovarico, così come accade da oltre 20 anni, almeno nella popolazione caucasica”. Anche dal suo punto di vista, il vantaggio associato al protocollo settimanale dose-dense emerso dallo studio JGOG3016 potrebbe dipendere da fattori di natura genetica. “In accordo con le indicazioni emerse dalla 5th Ovarian Consensus conference di Tokyo, le opzioni proponibili alle pazienti con carcinoma ovarico includono il trattamento con carboplatino e paclitaxel ogni tre settimane e, almeno per le donne giapponesi, il regime settimanale dose-dense”.
Fabio Ambrosino
▼1. Clamp A. ICON8: A GCIG Phase III randomised trial evaluating weekly dose- dense chemotherapy integration in first-line Epithelial Ovarian/ Fallopian Tube/ Primary Peritoneal Carcinoma (EOC) treatment: Results of Primary Progression- Free Survival (PFS) analysis. Abstract 929O_PR, ESMO 2017.
2. Katsumata N, Yasuda M, Isonishi S, et al. Long-term results of dose-dense paclitaxel and carboplatin versus conventional paclitaxel and carboplatin for treatment of advanced epithelial ovarian, fallopian tube, or primary peritoneal cancer (JGOG 3016): a randomised, controlled, open-label trial. The Lancet 2013; 14(10): p1020 – 1026.