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BFAST e ALEX, uno sguardo verso il futuro del trattamento dell’NSCLC

By 30 Settembre 2019Maggio 12th, 2021No Comments
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Annunciati a ESMO 2019 i risultati positivi di BFAST (Blood First Assay Screening Trial), studio prospettico in cui è stata eseguita un’analisi di profilazione molecolare con tecniche di Next Generation Sequencing su sangue (biopsia liquida), utilizzando FoundationOne® Liquid per rilevare alterazioni specifiche del gene ALK e identificare i pazienti con carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule (NSCLC) eleggibili alla terapia target, senza dover effettuare la biopsia tissutale. “Poter contare su una diagnosi di precisione, in grado di identificare le specifiche caratteristiche molecolari del tumore, è fondamentale per i pazienti affetti da patologia oncologica polmonare. Nel caso del tumore al polmone non a piccole cellule positivo al riarrangiamento del gene ALK, una diagnosi precisa può fare un’enorme differenza, perché i pazienti con questo tipo di tumore possono oggi beneficiare di nuovi farmaci a bersaglio molecolare. Lo studio BFAST dimostra che le informazioni ottenibili attraverso la biopsia liquida possono fornire indicazioni importanti sulla sensibilità delle cellule tumorali alle terapie target di nuova generazione. Nello studio, infatti, il tasso di risposta al trattamento con alectinib è sicuramente in linea con quanto riscontrato nello studio registrativo Alex (se non superiore visto che si assesta intorno al 92% vs 82 per lo studio Alex) – ha affermato Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Oncologia, Responsabile SSD Oncologia Polmonare – AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano – Attendiamo quindi con fiducia i risultati delle altre coorti. Se risulteranno coerenti con quelli appena presentati avremo ulteriori elementi a supporto di questo approccio diagnostico, preciso e non invasivo, utile per l’impostazione della strategia terapeutica”. Abbiamo incontrato al congresso di Barcellona Silvia Novello, che ci ha spiegato anche le ricadute positive di questi dati su quelli dello studio ALEX su alectinib.