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    ASCO Genitourinary Cancers Symposium, focus sugli unmet need

      ASCO GU · Congressi · Diagnosi
    • 15 Febbraio 2021

    All’ASCO Genitourinary Cancers Symposium, svolto in modalità online, non hanno tenuto banco soltanto le novità eminentemente cliniche. Importante anche la riflessione fatta su alcuni importanti unmet need in questo ambito.

    I ricercatori dell’Urological Research Institute (URI) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele coordinati da Andrea Necchi indicano la collaborazione internazionale come unico strumento davvero efficace per la corretta gestione dei tumori genito-urinari a bassa prevalenza. Nonostante la bassa prevalenza generale, i tumori genito-urinari rari sono presenti infatti con una frequenza significativamente alta in aree specifiche del mondo, compresi i Paesi a basso e medio reddito, dove attualmente rappresentano un’emergenza sanitaria. Rare neoplasie GU come i tumori del pene, dei testicoli o della vescica con istologia variante sono comunemente considerate un campo per un gruppo ristretto di esperti, dove il know-how individuale e l’esperienza personale (entrambi purtroppo non sempre all’altezza nei Paesi in via di sviluppo), piuttosto che le prove basate sulle linee guida rappresentano la fonte per il processo decisionale clinico. La conseguenza è che i pazienti ricevono spesso trattamenti basati sulle preferenze del singolo medico, con il rischio che il trattamento scelto più frequentemente – invece che quello più efficace – sia l’unico disponibile. È urgentemente necessaria la massima cooperazione internazionale per identificare le principali lacune cliniche in questo ambito dell’Oncologia, con l’obiettivo finale di cure e trattamenti omogenei in tutti i Paesi e migliori aspettative di vita per i pazienti con questi tumori. Recentemente sono stati lanciati due progetti internazionali per raggiungere questi obiettivi. La European Association of Urology (EAU) Research Foundation ha implementato un registro prospettico internazionale e multi-istituzionale denominato EAU-BRaVeRY (BladdeR Variants RegistrY) che permetterà la raccolta completa dei dati dei pazienti con carcinoma della vescica con varianti istologiche, consentendo indagini epidemiologiche e di sopravvivenza su larga scala. La Global Society of Rare Genitourinary Tumors (GSRGT) invece sta lavorando alla stesura di linee guida che possano adattarsi alle esigenze cliniche di diverse aree geografiche, promuovendo al tempo stesso la ricerca clinica nei tumori GU rari per elevare lo stato attuale delle conoscenze in questo campo a livello internazionale.

    Anche il team coordinato da Karen E. Knudsen, direttrice del Sidney Kimmel Cancer Center – Jefferson Health di Philadelphia, ha focalizzato l’attenzione su di un unmet need nell’assistenza dei pazienti con tumori genito-urinari, quello relativo alla specificità dei pazienti anziani. Solo nel 2018 le linee guida ASCO stabilivano la necessità della valutazione geriatrica (GA) in tutti i pazienti oncologici over 65 prima dell’inizio della chemioterapia. Ma oltre a garantire che venga fornita un’assistenza clinica appropriata agli anziani con tumori GU, è fondamentale continuare a indagare sugli esiti e sulle complicazioni associate alla terapia nelle popolazioni di pazienti più anziani. È un obiettivo strategico essenziale, se si considera che il 60% dei tumori della prostata viene diagnosticato a 65 anni o più, che l’età media di un paziente con tumore della vescica è 73,2 anni e l’età media della diagnosi di carcinoma renale è 64 anni.

    Il terzo unmet need è quello, gravissimo, determinato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria globale. La pandemia COVID-19 ha portato a un netto calo del numero di screening oncologici e di nuove diagnosi di tumore nella primavera e nell’estate del 2020. Sebbene i tassi di screening e purtroppo di diagnosi da allora siano rimbalzati, rimangono al di sotto dei livelli storici e vi è un significativo arretrato di pazienti con visite ritardate o perse. Un ritardo che per una serie di ragioni potrebbe non essere recuperabile. Spiega Erica T. Warner, epidemiologa del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School: “La pandemia di COVID-19 sta esacerbando le disparità etniche, socioeconomiche e di altro tipo esistenti e può porre ulteriori sfide per i tipi di screening che avevano già un basso tasso di partecipazione nell’era pre-COVID. Coinvolgere i pazienti negli screening oncologici durante e dopo questa pandemia richiederà sforzi di sensibilizzazione e recupero attivi, in particolare per quelli ad alto rischio di danni a seguito di cure differite”.

    David Frati

    Necchi A, Bandini M, Pederzoli F, Basile G, Spiess PE, Montorsi F. Improving the Management of Rare Genitourinary Tumors Through International Collaborations: Together We Stand. ASCO Daily News.
    Knudsen KE, Chapman AE, Morgans AK. Addressing Specialized Needs of Older Adult Patients With Genitourinary Malignancies. ASCO Daily News.
    Warner ET. COVID-19–Related Disruptions to Cancer Screenings. ASCO Daily News.


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    Tags: Tumori urogenitali

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