
In una fase storica in cui vige un generale scontento per gli organismi internazionali, umiliati dai nazionalismi e dai particolarismi di ogni genere, va in controtendenza l’accordo stretto tra l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per misurare e migliorare la qualità delle cure oncologiche a livello internazionale. L’alleanza si propone di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e del Piano d’Azione Globale dell’OMS sulle malattie non trasmissibili, prestando aiuto a chi cura il cancro nel fornire la migliore assistenza possibile ai pazienti.
La collaborazione, formalizzata attraverso un memorandum d’intesa congiunto, è stata presentata da André Ilbawi, responsabile dell’OMS per il controllo del cancro, nel suo discorso programmatico a Chicago nel corso dell’ASCO 2022. Ilbawi, oncologo chirurgo, si è soffermato sulle disparità nel controllo del cancro nell’ultimo decennio, con i Paesi ad alto reddito che hanno ottenuto un miglioramento della sopravvivenza e una maggiore innovazione, mentre i Paesi a basso reddito devono ancora affrontare difficoltà quasi insormontabili nell’accesso alle cure, proponendo poi alcune possibili metodiche per affrontare il crescente divario. Anche a detta del Presidente dell’ASCO, Everett E. Vokes, «grazie ad anni di collaborazione informale con l’OMS, non vediamo l’ora di lavorare insieme a tutti gli stakeholder coinvolti per far progredire programmi internazionali di qualità per le cure oncologiche, una delle aree strategiche dell’ASCO». Vokes si è detto fermamente convinto che raggiungere uno standard di equità per i pazienti nella diagnosi, nella cura e infine nei dati di sopravvivenza non possa che avere inizio stabilendo un collegamento nella comunità oncologica in tutto il mondo. Questo obiettivo sarà in qualche modo facilitato dal fatto che un terzo dei 45.000 iscritti all’ASCO opera al di fuori degli Stati Uniti e che l’OMS ha uffici e delegazioni in 150 Paesi.
I primi due progetti su cui ASCO e OMS collaboreranno riguardano il miglioramento della qualità delle cure per i pazienti affetti da cancro. Insieme, svilupperanno un approccio coordinato per sostenere gli Stati membri dell’OMS e i centri oncologici nel migliorare l’accesso a cure di qualità. Il primo progetto prevede lo sviluppo di indicatori di qualità per le strutture di assistenza oncologica ospedaliera e ambulatoriale, con particolare attenzione ai tumori mammari e alle cure palliative. Basandosi sulla Quality Oncology Practice Initiative (QOPI®) dell’ASCO, un programma di misurazione della qualità attualmente in uso in 37 Paesi, e avvalendosi anche di altri dati potenziali, come i contributi degli esperti e gli strumenti dell’OMS, ASCO e OMS creeranno indicatori di qualità basati su prove di efficacia che potranno essere utilizzati per valutare la qualità delle cure delle singole strutture. L’obiettivo è sviluppare e ottenere un primo feedback degli esperti sulla bozza degli indicatori già quest’anno, iniziando poi ad implementarli in Paesi pilota selezionati nel 2023 e pubblicando una sintesi dei primi risultati chiave nel 2024.
Fonte: ASCO2022